E-gov 2012 reggerà ai tagli di Tremonti?

Nella manovra 7 miliardi in meno alle PA centrali. L’opposizione attacca: “Innovazione dimenticata”. Ma il ministro Brunetta rilancia: “La riforma va avanti anche con meno fondi”

Pubblicato il 19 Lug 2010

Inizia a perdere smalto la riforma Ict della Pubblica
amministrazione targata Brunetta? La domanda – direbbe qualcuno –
nasce spontanea, date le polemiche da parte dell’opposizione che
lamenta disinteresse da parte del governo per il tema
dell’innovazione, soprattutto dopo la manovra correttiva da quasi
29 miliardi di euro che, oltre a tagliare di quasi 15 miliardi i
budget di Regioni ed enti locali, riduce di 6,9 miliardi anche
quelle dei ministeri per il periodo 2011-2013.

“Nella nuova finanziaria non c’è neanche un euro per
l’innovazione mentre in altri Paesi europei si fanno scelte
strategiche opposte – accusa Linda Lanzillotta,
deputato Api -. In Germania la Merkel ha stanziato 20 miliardi di
euro per la ricerca e l’innovazione grazie all’accorpamento dei
Lander”. A rischiare, in questo contesto di tagli – teme
l’opposizione, dal Pd all’Idv – sono i progetti innovativi che
pure hanno trovato un consenso bipartisan, come la Posta
elettronica certificata, partita ormai quasi tre mesi fa, senza
però essere mai realmente decollata: la causa è soprattutto la
mancanza di un worklflow per i servizi online e la mancata
attivazione da parte della “massa” (sono quasi 200) di
amministrazioni, centrali e locali.
“La situazione non cambierà a breve – fanno sapere
dall’Anci -. Non ci sono i soldi per attivare
una piattaforma evoluta di servizi associati alla Pec”. Dal lato
della PA centrale, invece, il timore è che le riduzioni di spesa
rappresentino un ulteriore ostacolo all’adozione del servizio,
che già deve fare i conti con resistenze culturali e burocrazie
organizzative.

Altra nota dolente riguarda l’implementazione del piano E-gov
2012 che, fatta eccezione per la Scuola dove la didattica digitale
e i servizi via Web sono stati attivati nel 100% degli istituti
scolastici, pare essere rimasto al palo. Nel comparto Giustizia la
registrazione telematica degli atti civili e la trasmissione online
della notizia di reato sono ancora in fase pilota; le notifiche
telematiche sono realtà solo nei tribunali di Milano e in altre 14
città del Nord, mentre al Sud hanno attivato i servizi solo Napoli
e Catania. Difficoltà anche nella Sanità: il fascicolo sanitario
elettronico resta un successo di alcune amministrazioni virtuose,
come il Veneto, la Lombardia e l’Emilia-Romagna. A questo va
aggiunto l’infinito braccio di ferro tra il ministero della PA e
Innovazione e i medici di famiglia sull’annosa questione dei
certificati di malattia online. Brunetta però non ci sta ad essere
accusato di aver sacrificato l’innovazione sull’altare della
manovra. “Basta questa vecchia impostazione che se non ci sono i
soldi in più le cose non possono funzionare; le cose si fanno
anche con le risorse esistenti – rilancia Brunetta
-. Stiamo realizzando la riforma nel momento congiunturale più
difficile, ma anche in condizioni più esaltanti: aumentare
qualità e quantità con risorse minori”. E proprio per ridare
slancio al suo ambizioso piano il ministro ha messo in campo una
nuova strategia “convergente”.

In concreto la convergenza punta riunificare il mercato sia sul
lato dell’accesso da parte del cittadino – così come previsto da
i2010 – sia sul lato dei servizi offerti della PA, come recita
E-gov 2012. Primo passo sarà il rafforzamento della
multicanalità, come spiega Fortunato Lambiase,
consigliere per le Relazioni Istituzionali del ministro Brunetta.
“Oggi l’utente dialoga con l’amministrazione via telefono
fisso grazie a Linea Amica, via cellulare tramite il servizio
ViviFacile e via sportello pubblico, oppure privato aderente a Reti
Amiche – puntualizza Lambiase -. Rafforzeremo quel filo rosso che
unisce tutti i canali per renderli più facilmente accessibili,
ampliando i servizi Web di Linea Amica e sviluppando i servizi
tramite Tv digitale terrestre”. In questo contesto un ruolo
importante lo giocherà l’Agenzia per l’Innovazione, tornata a
nuova vita con le nomine a Dg di Mario Dal Co e a presidente di
Davide Giacalone.

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