Sulla legislazione in materia di fibra ottica l’Italia stacca tutti, anzi corre da sola. Il decreto ad hoc approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 febbraio ed entrato in vigore il 10 marzo, dopo settimane tinte di giallo con le discussioni sulla clausola “salvo intese”, inizialmente prevista nel testo discuso dal Cdm del 10 febbraio, è infatti l’unico intervento legislativo europeo che ha recepito la direttiva europea 61/2014.
Le nuove norme volte all’accelerazione dei tempi di posa della fibra ottica e dell’utilizzo delle nuove tecnologie in materia di scavo, meno invasive e onerose, fanno dell’Italia un’apripista in materia, almeno dal punto di vista legislativo. Ad evidenziare la corsa solitaria del Belpaese è l’Unione Europea, che ha notificato formalmente a tutti gli altri 27 paesi il ritardo nel recepimento della normativa comunitaria.
Il decreto che ha visto la luce in Italia rappresenta una legge attesa da molto tempo all’interno del settore delle telecomunicazioni e che costituisce senza dubbio un passo in avanti importante in vista della partita sulla banda larga, pronta ad entrare nel vivo. La pubblicazione in Gazzetta e l’entrata in vigore hanno insomma portato l’Italia a bruciare sul tempo tutti gli altri Stati dell’Unione Europea.