“La sospensione della procedura di licenziamento collettivo annunciata da Gepin è un atto che non ha alcuna valenza giuridica. Sospendere la procedura ex Legge 223/91 non significa nulla se le parti non decidono di firmare l’unico atto che, effettivamente, risiede nelle loro disponibilità, ovvero prolungare la data di fine procedura”. A sottolinearlo è Riccardo Saccone della Slc Cgil nazionale, commentando l’annuncio dato nei giorni scorsi da Gepin Contact, che su invito del viceministro all’economia Teresa Bellanova ha deciso la sospensione della procedura di mobilità per i 427 dipendenti al centro della vertenza. “L’azienda ci ha più volte parlato di piani di rilancio e di interesse per i lavoratori, lo dimostri ora – aveva detto il viceministro martedì al termine del tavolo con azienda e sindacati – Noi stiamo facendo la moral suasion con le aziende committenti – aveva sottolineato – Cerchiamo una soluzione per tutti i lavoratori, Uptime e Gepin contact, senza
distinzione”.
Ma il sindacato tiene alto lo stato dl’allerta, e vuole vederci chiaro sull’annuncio dell’azienda: “Allo stato attuale – spiega Saccone in una nota – non avendo sottoscritto alcun accordo in materia, il giorno 11 aprile è tecnicamente ultimata la prima fase di procedura, cioè i 45 giorni “sindacali” e si è entrati nella seconda fase, i 30 giorni nei quali la trattativa si sposta in sede politico-amministrativa. Questa lettera, se non fosse seguita da atti formali che ne danno sostanza effettiva, sembrerebbe più che altro un regalo fatto per spostare la tensione a valle dei prossimi appuntamenti elettorali”.