"L'ultimo forecast di Ericsson stima che la crescita del
traffico dati mobile aumenterà di 10 volte nell’arco dei
prossimi 5 anni. Anche le reti fisse assistono ad una crescita
enorme del traffico dati, soprattutto per i servizi video": di
fronte a tutto questo, e a "investimenti in capacità
aggiuntiva gli operatori devono poter "sviluppare nuovi
modelli economici di business sul traffico, in presenza di prezzi
retail per i servizi costantemente sotto pressione grazie alla
concorrenza": è quanto emrge dall'intervento di
Luigi Gambardella, chairman di Etno,
all'Internet Governance Forum Italia in corso a Trento.
La gestione del traffico, dice Gambardella, "è importante per
mantenere la disponibilità dei servizi e la loro qualità durante
fasi di picco del traffico". Non solo, ma anche "per
poter offrire nuovi servizi con qualità specifica in linea con la
domanda dei consumatori e quindi di stimolare anche lo sviluppo di
nuove attività economiche online". In questo contesto appare
"preoccupante" la norma olandese "per gli effetti
limitativi che pone rispetto alla libertà dei provider di accesso
ad Internet di definire il pricing dei servizi in relazione ai
servizi e alle applicazioni offerti od utilizzati per mezzo
dell’accesso ad Internet". Nonostante la norma non preveda
una limitazione alla differenziazione di prezzo rispetto alle
velocità dei servizi di accesso, "sono evidenti le
implicazioni negative rispetto allo sviluppo di modelli di business
futuri che prevedano prezzi diversificati rispetto a servizi ed
applicazioni ulteriori all’accesso stesso".
La Commissione Ue nella comunicazione dello scorso aprile ha fatto
riferimento a quanto stabilito nella nuova Direttiva quadro:
ovvero, spiega Gambardella, "negli obiettivi di regolazione
del settore le Autorità nazionali di regolazione devono promuovere
gli interessi dei cittadini dell’Unione europea, promuovendo la
capacità dell’utilizzatore finale di accedere e distribuire
informazioni od utilizzare applicazioni e servizi di loro
scelta". In particolare, le questioni relative al ruolo delle
reti di comunicazioni elettroniche e alla capacità degli operatori
di operare pratiche di cosiddetto “network management" sono
state affrontate "nel dibattito legislativo e con gli
stakeholders in relazione al riesame dell’ultimo quadro normativo
comunitario". Il vantaggio dell’inquadramento normativo dato
dal quadro europeo è di quello di "delineare i confini entro
il quale il tema della net neutrality deve essere trattato, cioè
nel quadro del diritto dei cittadini di non avere limitazioni
all’utilizzo di Internet".
Non basta: a garanzia della capacità dei regolatori nazionali di
intervenire laddove ciò fosse necessario, "il quadro
comunitario definisce un nuovo potere in capo ai regolatori stessi
in materia di qualità del servizio – dice il chairman Etno -. Le
autorità nazionali possono infatti definire livelli minimi di
qualità del servizio – per le imprese di comunicazioni
elettroniche – al fine di evitare che vi siano fenomeni di
degradamento, impedimento o rallentamento del traffico sulle
reti". Dopo la revisione del quadro comunitario, "la
Commissione europea non ha tuttavia abbandonato la riflessione sul
tema dell’apertura della rete dei temi collegati. A seguito di
una consultazione pubblica, lo scorso aprile la Commissione ha
pubblicato una Comunicazione (The open internet and net neutrality
in Europe) in cui delinea alcuni punti importanti, vale a dire che
il quadro europeo, come detto, offre strumenti a protezione dei
diritti dei consumatori".