“Sono italiana e conosco molto bene la situazione. Mi farò carico di far capire la nostra realtà”: lo dice Patrizia Toia, parlamentare Ue (Pd) e vicepresidente della Commissione Ue per l’industria, la ricerca e l’energia. Toia sta elaborando una posizione che sia in grado di trovare il punto di equilibrio fra le esigenze della Commissione Ue e la complicata situazione italiana.
“Mi sto consultanto con tre esperti del settore – dice Toia a Corcom -. C’è chi dice che la tecnologia per consentire il passaggio delle Tv alla banda sub700Mhz c’è ed è accessibilissima. Dall’altra c’è chi dice: bisogna cambiare tutti gli apparecchi. Voglio capire se le tecnologie ci sono già, se ci saranno, e se il problema è superabile perché i televisori verranno progressivamente e ‘naturalmente’ sostituiti”.
Certo l’Italia deve mettersi “al pari con gli altri in Europa: è una decisione che potrà consentire un giovamento alle casse dello Stato con l’asta per le 700Mhz: la Germania ha preso 5 miliardi, la Francia 3 miliardi. Ma noi abbiamo una preponderanza di televisioni, dobbiamo tenerne conto e studiare la soluzione”.
Vero che si dovrà “tener conto della situazione da cui l’Italia parte. Dobbiamo inoltre tener conto dei costi di investimento per le aziende e dell’impatto economico sui cittadini – dice la parlamentare -. Ma non si può neanche far leva su certi argomenti per frenare, non mi sembra una posizione lungimirante. Serve una soluzione che tenga conto sia delle numerose emittenti in Italia, le Tlc, i cittadini, e che non penalizzi neanche lo Stato che può trovare introiti dalla gara. Cercherò un punto di equilibrio che tenga conto della situazione di ritardo”.
Toia si è già occupata di questioni tecnologiche in ambito europeo. E’ di marzo il suo intervento a Strasburgo sull’economia data driven: “l’obiettivo di far tornare a crescere l’economia europea, di farla diventare più florida, più competitiva, può trovare nell’economia basata sui dati una grande opportunità. Ma ciò – lo sappiamo benissimo – non accadrà automaticamente e spontaneamente – ha detto l’eurodeputata -. Dovrà essere frutto di una strategia europea. Non accadrà per miracolo se le cose saranno lasciate andare spontaneamente. Abbiamo molta strada da recuperare, perché sappiamo che gli Stati Uniti sono molto avanti, sappiamo che l’Europa non è big in questa economia dei big data; forse lo potrà diventare ma occorre fare molto”.
.