Reti e cloud, ecco come Ericsson cambia pelle

Antonio Autolitano, Core and Cloud Director per la Regione Mediterranea della multinazionale svedese, spiega gli effetti della partnership con Amazon Web Services: “Vogliamo raggiungere lo stesso tipo di leadership che abbiamo sul core business delle infrastrutture”

Pubblicato il 20 Apr 2016

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L’alleanza strategica tra Ericsson e Amazon Web Services (AWS) annunciata a febbraio è entrata nel vivo, anche in Italia. Uno dei progetti più rilevanti riguarda il processo di migrazione verso il Cloud pubblico di una multinazionale delle Utilities. Ma il respiro della partnership permetterà a Ericsson di estendere il proprio raggio d’azione anche oltre i tradizionali settori in cui lo specialista delle infrastrutture di rete si sente già perfettamente a proprio agio (Utilities, per l’appunto, Media & Tv, Trasporto, Government e naturalmente Telco), arrivando a toccare verticali delicati come quelli della Finanza e delle Assicurazioni. Corcom ha parlato con Antonio Autolitano, Core and Cloud Director per la Regione mediterranea di Ericsson, per comprendere quale sarà l’impatto dell’alleanza sull’offerta del gruppo.

Come si inserisce il patto con AWS all’interno della strategia di Ericsson?

Partendo dal nostro core business e in qualità di networking company stiamo cambiando pelle già da diversi anni, coerentemente con la visione che non solo tutte le aziende diventeranno digitali, ma che tutte le industrie metteranno a disposizione di altri settori i propri asset per costruire valore ed erogare servizi innovativi. Il Cloud è una delle aree nevralgiche di questa trasformazione, e gli sforzi di Ericsson in questa direzione riguardano l’identificazione di nuove soluzioni e competenze sia all’interno del reparto R&D, sia attraverso acquisizioni mirate, sia facendo leva su partnership strategiche. Quella con AWS ci permetterà di sostenere con più rapidità i clienti nei processi di migrazione che richiedono la trasformazione delle architetture classiche in infrastrutture virtualizzate e cloudificate.

Quali asset fornite voi e quali sono invece messi a disposizione da Amazon?

È la classica situazione in cui mettendo in comune risorse complementari uno più uno fa tre. Noi portiamo una presenza capillare in 180 paesi, un’organizzazione che conta 66 mila persone, un portafoglio Cloud definito e un ruolo di rilievo nei processi di trasformazione di grandi imprese come le telco. Grazie ad Amazon sarà più semplice lavorare sui piani della data center consolidation, della Cloud transformation e dell’application migration. Passare alla Nuvola non è qualcosa di immediato: bisogna prima verificare il grado di compatibilità di business e struttura IT, effettuare i dovuti adattamenti e poi, se l’operazione ha effettivamente senso per l’impresa, migrare le applicazioni. Esistono quindi diversi blend, e la flessibilità del Cloud pubblico ci aiuta a ottenere il giusto mix per ogni situazione specifica. Ci sono poi i temi dell’offerta di servizi evoluti e dell’apertura verso un mondo di nuove applicazioni.

L’alleanza rappresenta anche uno stimolo all’innovazione continua in un settore relativamente nuovo per Ericsson?

In 140 anni di storia non abbiamo mai smesso di innovare: dal Bluetooth alla prima chiamata mobile fino alle connessioni LTE, Ericsson è sempre stata in prima linea. Le tre tecnologie su cui si costruirà il futuro delle imprese sono la mobilità, il Cloud e il broadband, ed è su queste direttrici che evolve la nostra strategia, a cavallo di implementazione dei prodotti e scelta di alleanze. Non siamo più un’azienda chiusa nella prospettiva del proprio prodotto, e oltre all’accordo con AWS lo dimostrano anche le partnership con Cisco e Quanta, o ancora l’acquisizione di Apcera. Per generare valore concreto oggi è necessario lavorare con i leader dei settori di riferimento e creare, ciascuno coi propri asset, un ecosistema allargato.

Che impatto avrà l’offerta congiunta in Italia?

Abbiamo già avviato un progetto con una multinazionale delle Utilities. Faremo sempre più leva sulle competenze per seguire i clienti attraverso persone specializzate e certificate che riescano a tradurre e semplificare agli occhi delle imprese progetti anche molto complessi. Per il momento ci focalizzeremo sui mercati che conosciamo bene, ma non escludiamo l’espansione verso il mondo finanziario e quello assicurativo.

Come vi posiziona questa operazione rispetto alla concorrenza?

Ericsson in realtà continua a seguire in autonomia la propria strada: da società quotata comunica al mercato tutto quello che intraprende e si muove su specifiche aree target con investimenti in innovazione che negli ultimi tre anni, nel complesso, sono stati pari a dieci miliardi di dollari. L’obiettivo è raggiungere sulle attività Cloud lo stesso tipo di leadership che abbiamo rispetto al core business. C’è poi un terzo orizzonte di espansione, che però non è ancora stato reso pubblico. È attualmente oggetto di scouting, con l’identificazione di nuovi settori ad alto potenziale di revenue.

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