Infrastrutture ibride, protezione dell’impresa digitale, abilitazione della produttività sul luogo del lavoro e potenziamento delle organizzazioni data-driven. Sono questi i 4 pilastri della new strategy di Hpe, con cui l’azienda ad hoc per il mondo enterprise nata a novembre dalla scissione del colosso di Palo Alto punta ad accompagnare le aziende lungo il tortuoso cammino dell’innovazione. Una vision svelata ai partner della società operativi in Italia e alla stampa specializzata con una due giorni di workshop tematici, meeting one-to-one e sessioni plenarie al Palacongressi di Rimini.
“Siamo sul mercato da oltre 70 anni, ma non smetteremo di innovare e di proporre soluzioni complesse, che sono sempre quelle che regalano maggiore soddisfazione”, ha esordito durante la presentazione dell’evento Paolo Delgrosso, Indirect SMB and Service Provider Sales Director di Hpe Italy. A delineare le sfide innovative dei prossimi decenni proposte dalla divisione enterprise della compagnia ci ha pensato Stefano Venturi, vicepresidente corporate e Ad della filiale italiana (leggi l’’intervista rilasciata a CorCom). Poco dopo esser salito sul palco della sala plenaria, il manager ha preso in mano il nuovo logo verde e rettangolare di Hewlett Packard Enterprise: “Questa è una cornice che siamo pronti a riempire di valore. Siamo di fronte alla terza grande rivoluzione tecnologica. Prima il web, poi i social network hanno stravolto le logiche del mercato costringendo i player IT a mettersi in riga per non perdere le sfide della globalizzazione”.
Ma ora, ha sottolineato Venturi con una metafora, “è in arrivo una tempesta perfetta che rivoluzionerà il modo di fare business e che farà leva su diverse componenti”. A partire dal cloud che “garantisce un’elevata capacità di elaborazione a costi marginali bassi, non solo alle multinazionali ma anche alle piccole e medie imprese”. C’è poi l’Internet of Things che secondo l’amministratore delegato di Hpe Italy “farà di noi dei sensori in grado di mettere in circolo trilioni di dati che andranno analizzati”. Una miriade di informazioni che “costringeranno il mondo enterprise a dotarsi di strumenti di big data analytics”, ossia del terzo elemento da mettere a fattor comune per competere e che, ha spiegato con tono entusiasta il manager, “darà i super poteri alle aziende, soprattutto alle Pmi”. Sarà infine la robotica e il suo impatto sull’industria a comporre quel mix hi-tech che, secondo il vicepresidente di Hpe, “concederà a chi saprà maneggiarlo un fortissimo vantaggio competitivo in quasi ogni settore”.
Per far ciò, è storia risaputa, non basta avere in mano gli strumenti, ma occorre dotarsi delle giuste skill per maneggiarli adeguatamente: “Le competenze andranno aggiornate costantemente e sotto questo punto di vista un ruolo cruciale spetterà tanto alla scuola quanto all’intero ecosistema delle aziende. Noi stiamo accelerando sulla formazione interna e abbiamo lanciato un programma specificio per le giovani leve, a cui facciamo fare subito esperienze internazionali”. Per questo motivo Hpe Italy si è mossa con anticipo: “Possiamo puntare in alto già da ora perché abbiamo le competenze e abbiamo già avviato piani di ricerca e sviluppo in tutti i settori emergenti del mercato IT”. Venturi ne ha svelato qualcuno: “Vogliamo creare una smart grid dei data center, che permetta di redistribuire la capacità residua rimasta inutilizzata. Ma anche un’app store pensato per l’universo business e strumenti per far sì che il lavoro in mobilità sia effettivamente produttivo. Tutto questo con un occhio attento alla sicurezza, perché la pirateria informatica mira dritta alle aziende”. Secondo Venturi la nuova economia delle idee, concetto più volte rilanciato dalla presidente e ceo globale di Hpe Meg Whitman, “offrirà a tutti la possibilità di essere protagonisti del futuro, innovando in tempi rapidi e senza ingenti risorse in fase di avvio”. Una nuova e ambiziosa sfida che Hpe vuole giocare continuando a lavorare in tandem con il proprio ecosistema di partner, tra cui due big come Microsoft e Intel.
“Sappiamo di poter creare sinergie straordinarie con Hpe, soprattutto sul cloud. Guardiamo al futuro insieme senza dimenticare che la nostra guida deve essere la configurazione della domanda dei clienti finali, che chiedono sempre più modelli flessibili e on demand – ha ricordato il direttore Enterprise e Partner di Microsoft Italia Tiziana Olivieri, intervenuta con un video-messaggio inviato dal Microsoft Forum, andato in scena martedì scorso Milano -. Ma è fondamentale che in Italia la digital transformation diventi quanto prima la priorità di tutti i ceo alla guida di aziende”.
Sul palco del sala principale del Palacongressi di Rimini è salito anche Carmine Stragapede, direttore generale di Intel Italia: “Le giuste alleanze sono strategiche per una digital transformation vincente e continueremo a collaborare con Hpe Italy perché sentiamo che insieme potremo davvero trasferire valore sul territorio italiano”. Le aziende, ha aggiunto, “devono capire come innovare ed evolvere i propri modelli di business, ma devono farlo subito. Tra i nostri obiettivi c’è quello di fare dell’innovazione una componente essenziale della cultura imprenditoriale italiana, soprattutto quella manifatturiera”.
Intercettato da CorCom dopo la chiusura della sessione plenaria, Stragapede ha commentato il piano da 12mila tagli annunciato ieri dalla compagnia di Santa Clara: “Si tratta di un programma di riorganizzazione corporate, che deve ancora essere delineato in tutto i suoi dettagli. Quindi è ancora troppo presto per dire se ci sarà un impatto sull’Italia. Speriamo di non esserne toccati”.