“Teleperformance ha sempre ottemperato a ogni obbligo contrattuale verso sia i propri dipendenti che verso le società di lavoro interinale con cui collabora”. Lo si legge nella nota della multinazionale francese dei call center i cui lavoratori in somministrazione hanno scioperato nei giorni scorsi.
Teleperformance precisa che allo sciopero presso la propria sede di Parco Leonardo (Fiumicino) “non ha aderito una quota significativa della forza lavoro della sede”.
“E’ importante sottolineare inoltre che Teleperformance ha sempre rispettato i diritti dei lavoratori in termini di permessi contrattuali e corresponsione degli straordinari e non ha mai effettuato scelte di politica del personale a discapito dell’“anzianità lavorativa”, prosgue la nota.
Teleperformance in Italia, così come i suoi competitor, sta affrontando da anni le crisi che ancora caratterizzano pesantemente il settore, continuando a investire nel Paese e confrontandosi in maniera costruttiva con le parti sociali per l’individuazione di soluzioni sempre volte a salvaguardare l’occupazione.
Nel nostro Paese- precisa ancora l’azienda – da oltre 10 anni in Italia, ove ha creato migliaia di posti di lavoro stabili, “essendo stata la prima realtà del mercato ad aver applicato le trasformazioni dei contratti nel 2007 stabilizzando a tempo indeterminato i propri dipendenti, sia a Roma che a Taranto”, conclude la nota.
Il 19 aprile si sono mobilitati gli adetti al servizio customer care di Apple, gestito in Italia appunto da Teleperformance. 450 addetti su 520 lavorano con un contratto di somministrazione: sono infatti assunti in “affitto” da due agenzie interinali – Manpower e Obiettivo Lavoro – che li hanno formati e ricollocati sul mercato per poi “passarli” a a Teleperformance.
Nidil Cgil e la Felsa Cisl accusavano l’azienda di non rispettare le regole base. I sindacati puntano il dito contro la prassi di non riconfermare i lavoratori dopo il secondo rinnovo per non far maturare scatti di anzianità e contro il mancato riconoscimento dei livelli di inquadramento. A preoccupare anche la mancata concessione delle ferie e dei permessi previsti dal contratto nonché la formulazione dell’orario e il mancato versamento delle maggiorazioni dovute.
Sulle 8 ore di lavoro solo 4 sarebbero computate a norma, le restanti al netto senza contributi, secondo i sindacati. Tra le accuse a Teleperformance anche pressioni sui singoli dipendenti per siglare accordi di assunzione diretta, escludendo così i sindacati, la possibilità di far valere i propri diritti e obbligando l’assunto a non avviare cause e vertenza contro la società.