Accordi con le compagnie di telecomunicazioni europee per distribuire in maniera più capillare e veloce i nuovi contenuti televisivi del tandem Vivendi–Mediaset. È questo il veicolo scelto dalla media company francese per spingere le produzioni che nasceranno dall’accordo firmato con il Gruppo di Cologno Monzese lo scorso 8 aprile.
In vista un accordo con Telecom – “Uno degli accordi sarà con Telecom Italia (di cui Vivendi è socio forte al 24,9%, ndr) nell’ottica di creare un gruppo latino integrato di contenuti e distribuzione – spiega in un’intervista a LaRepubblica l’Ad della società transalpina, Arnaud de Puyfontaine – Abbiamo bisogno di creare economie di scala in termini di accesso ai clienti in modo che possiamo investire importanti risorse nella creazione di contenuti, immagini, musica, giochi, editoria”. Proprio rispetto a quest’ultimo settore, de Puyfontainea esclude l’interesse per Rcs, su cui sta cercando di mettere le mani l’imprenditore Urbano Cairo, già proprietario di La7. “Amo leggere il Corriere per migliorare il mio italiano e abbiamo già tante cose da fare in Italia”, scherza il manager che sottolinea di voler spingere sui paesi latini per “creare una nostra specificità che credo possa piacere ai nostri investitori” e che definisce un suo ingresso nel board del Gruppo di Cologno Monzese “non del tutto impossibile”. Oltre quindi a creare i contenuti, per i quali sono già in piedi trattative con Fox e Warner, l’obiettivo è trovare un supporto alla distribuzione che permetta al contempo di raggiungere più facilmente un ampio parco clienti.
Gli altri possibili partner tlc europei – Per crescere in Francia, Italia, Spagna e Africa del Nord saranno dunque fondamentali le sinergie con le telco europee. Se con Telecom Italia le trattative saranno facilitate dai vari incroci azionari di Vivendi fra il Gruppo guidato da Flavio Cattaneo e Mediaset, negli altri paesi è probabile che Vivendi punti su compagnie già operanti anche nel settore tv, come Telefonica in Spagna, o comunque fortemente interessate a sposare progetti legati alla televisione on demand. “Telefonica ha la stessa nostra visione del progetto. Ci sono molte discussioni con tanti operatori internazionali, per esempio con Vimpelcom. Anche con Orange facciamo molte cose, in Francia hanno 23 milioni di utenti”.
Insomma, secondo de Puyfontaine l’unione delle forza tra le telco e le media company è fondamentale per spingere i nuovi progetti legati alla produzione esclusiva dei contenuti e alla loro distribuzione. L’obiettivo più che risaputo è fare concorrenza a Netflix e stopparne la crescita in Europa anche se, almeno a parole, la compagnia di Reed Hastings non sembra affatto spaventata dall’iniziativa del duo italo-francese nonostante le stime non proprio rosee per il 2° trimestre 2016 che hanno messo in allerta Wall Street. Una partita che, ha spiegato in’intervista a CorCom Augusto Preta, economista e direttore generale di Itmedia consulting, “si giocherà sull’esclusività dei diritti e sulla profilazione dei dati“.
In tutto questo resta da capire quale sia la strategia francese rispetto a Mediaset Premium, acquisita nell’ambito dell’accordo con Mediaset e fresca di maxi-multa dall’Antitrust per infrazioni sulla compravendita dei diritti televisivi della Serie A. Una pay-tv che per di più non ha mai visto un utile da quando è nata, ma della quale la media company francese, spiega de Puyfontaine, vuole fare una compagnia “profittevole entro un paio d’anni”. Nessuna novità nemmeno su Metroweb: “Ci sono delle discussioni in corso, il presidente Recchi e l’Ad Cattaneo se ne stanno occupando attentamente”.