Il mercato del networking si fa più competitivo e Ericsson taglia costi e riorganizza i vertici manageriali per contrastare la concorrenza della cinese Huawei e della finlandese Nokia, che ora si presenta con forze rinnovate grazie all’acquisizione di Alcatel Lucent. L’annuncio di una significativa manovra di ristrutturazione è arrivato ieri sera e risponde anche alla necessità di soddisfare le richieste di investitori che vogliono dal colosso svedese numeri più convincenti: l’operazione è stata infatti annunciata insieme ai risultati del primo trimestre che hanno portato alla luce un calo delle vendite e del margine lordo.
L’obiettivo è dunque ridurre per tornare a espandersi: “Non siamo soddisfatti con il complessivo trend di crescita e profittabilità degli ultimi anni”, ha dichiarato il Ceo di Ericsson, Hans Vestberg. “Oggi annunciamo nuove iniziative per accelerare l’execution della nostra strategia e stimolare efficienza e crescita in tutte le nostre aree di attività. Non cambiamo strategia, cambiamo struttura per rispondere meglio alle esigenze dei clienti e crescere di più”, ha ribadito il Ceo.
Ericsson ha creato cinque nuove business unit, due delle quali comprendono, rispettivamente, i prodotti di rete mobile e i servizi di rete, mentre altre due includono, rispettivamente, prodotti It e cloud e servizi It e cloud; la quinta si occuperà delle attività nei media. Ci sarà anche una divisione chiamata Customer Group Industry and Society, che si rivolge a diversi segmenti verticali tra cui utilities, trasporti e sicurezza pubblica.
“Daremo vita a un’organizzazione più snella, più focalizzata, per rispondere alla domanda che arriva da diversi segmenti di clientela e per catturare più rapidamente le opportunità sul mercato”, ha sottolineato Vestberg. “Il 5G, la Internet of Things e il cloud guidano la nuova fase dello sviluppo industriale e questo è il momento giusto per introdurre dei cambiamenti”.
In linea con la riorganizzazione, Ericsson ha modificato molto anche ai vertici, all’interno del team esecutivo. Arun Bansal, attualmente alla guida della Business Unit Radio, è stato nominato senior vice president e capo della nuova Business Unit Network Products; Fredrik Jejdling, che oggi guida le operazioni nell’Africa sub-sahariana, diventerà capo della Business Unit Network Services, che include il supporto clienti. Il direttore del cloud e dell‘Ip di Ericsson, Anders Lindblad, è stato nominato capo della Business Unit It and Cloud Products, mentre Jean-Philippe Poirault, che oggi guida la consulenza e la systems integration, dirigerà la Business Unit It and Cloud Services. A capo della nuova Business Unit Media ci sarà Per Borgklint, che avrà anche il ruolo di chief innovation officer. Charlotta Sund, capo di Ericsson Northern Europe and Central Asia, passerà a guidare la divisione Industry and Society.
Altri top manager cambieranno ruolo, alcuni lasceranno l’azienda: tra questi il chief information officer Anders Thulin, che uscirà da Ericsson il 1 luglio, Jan Wäreby, capo delle vendite, che andrà in pensione il 30 novembre, e Mats Olsson, oggi capo di Ericsson Asia-Pacifico.
Quanto ai risultati finanziari del primo trimestre, il fatturato nei tre mesi fino al 31 marzo è diminuito del 2% anno su anno a 5,71 miliardi di euro (52,2 miliardi di corone svedesi); risultano in calo le vendite sia per la divisione reti che per i servizi per reti mobili, mentre salgono le vendite per le soluzioni di supporto grazie alle maggiori entrate per la proprietà intellettuale. Ericsson attribuisce la flessione del fatturato nelle vendite relative al business del networking al peggioramento delle condizioni economiche sui mercati emergenti di Medio Oriente e America Latina e al completamento dei progetti per la banda larga mobile in Europa. In Nord America e in Cina (grazie ai progetti legati al 4G) le vendite sono aumentate. L’utile operativo è cresciuto (3,5 miliardi di corone svedesi contro 2,1 miliardi un anno prima) grazie all’attenzione ai costi, ma il margine lordo, un indicatore che gli investitori seguono molto da vicino, è sceso al 33,3% dal 35,4%. L’utile netto è aumentato (2,1 miliardi di corone, contro 1,5 miliardi un anno prima).
La nuova struttura, ha detto il Ceo Vestberg “renderà più semplice per i clienti fare business con noi, che siano operatori telecom, aziende dei media o di qualunque altro settore”.
“Io non credo che Ericsson stia sbagliando strategie, il problema è che i loro mercati si contraggono”, ha sottolineato Joakim Ahlberg, senior analyst di Nordea Investment Management, sul sito di Forbes. “I servizi sono cruciali per la trasformazione di Ericsson e vendite e utili deludenti in quest’area hanno determinato una perdita di fiducia da parte degli investitori”, ha commentato Mathias Lundberg, analista di Swedbank. Ericsson ha però sottolineato che il taglio dei costi la riporterà a una buona redditività e le permetterà di centrare l’obiettivo di risparmi annuali di 9 miliardi di corone per il 2017.