Si stringe sulla soluzione per i 3mila esuberi Almaviva. Nel corso dell’incontro tra i sindacati e l’azienda presso Unindustria a Roma si è messa sul tavolo un’ipotesi di accordo: solidarietà per tutte le sedi con percentuali invariate su Napoli (35%), Roma e Palermo (45%) e più basse per Milano (13%), Catania (7%) e Rende (3%). L’azienda ha chiesto una flessibilità organizzativa per i part-time con solidarietà “mista”. L’ipotesi è coerente con il percorso di solidarietà avviato lo scorso anno.
Ma la verà novità annuncia il segretario nazionale Slc, Michele Azzola, è l’impegno assunto da Almaviva “ad integrare la retribuzione per i lavoratori delle sedi che applicano la solidarietà oltre il 25% e a garantire un reddito tale da poter percepire il bonus Renzi da 80 euro”.
La proposta è “pienamente coerente con le linee guida definite dal Governo e contenute nel Verbale di incontro al Mise del 20 aprile – spiega una nota dell’azienda – che accoglie la richiesta sindacale diretta all’attivazione nei prossimi mesi di un nuovo contratto di solidarietà, per dar tempo alle istituzioni di realizzare gli annunciati interventi strutturali del settore”.
“Si tratta di un’ipotesi che raccoglie l’appello alla responsabilità del Governo – spiega Almaviva – sulla quale Almaviva Contact ritiene che, a fronte della gravità della situazione e dei ripetuti incontri svolti nel corso di queste settimane a diversi livelli, sia necessario analogo senso di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, e siano difficilmente comprensibili risposte condizionate da immotivate tattiche dilatorie e da continui rinvii a tavoli successivi”. L’ipotesi di eventuale accordo verrà sottoposta alla valutazione e all’analisi del Cda della società.
Giorgio Serao, della segretaria nazionale della Fistel, dà una valutazione positiva dell’accordo perchè “consentirà di arrivare a novembre con la solidarietà in attesa che il governo onori gli impegni assunti per risolvere la crisi del settore”. “E’ evidente -dice Serao – che se questi impegni non verranno messi in pratica a rimetterci saranno i lavoratori di tutto il comparto dei call center, non solo di Almaviva”.
Ora la palla passa ai lavoratori che, in assemblea, dovranno dare mandato ai sindacati per trattare questa ipoetsi si accordo e votare un referendum.