Rebranding per Ngi. La società di Tlc italiana diventa Eolo e chiude l’anno fiscale con ricavi in crescita del 30% rispetto all’anno precedente. Nell’ultimo anno fiscale – chiuso il 31 marzo 2016 – registra ricavi superiori a 57 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto allo scorso anno, confermando il trend del 2015 (+30%). Anche il risultato previsto di Ebitda è positivo, con un valore superiore ai 17,5 milioni di euro (pari al 30% dei ricavi) e anche quest’ultimo in crescita del 30% rispetto allo scorso esercizio.
In una nota l’azienda sottolinea la crescita del personale: nell’ultimo anno sono state assunte 72 persone. Inoltre, nel 2015 sono stati investiti 40 milioni in R&S della rete radio e per il 2016 prevede un piano di investimenti di 70 milioni di euro sia per l’infrastruttura wireless che per lo sviluppo della propria rete in fibra ottica. Infine, la vittoria del quinto bando di gara emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico per la diffusione della banda larga in Abruzzo “conferma – scrive la società in una nota – il ruolo di Eolo come uno degli operatori di tlc principali in Italia”.
“Con l’esercizio 2015 la nostra società ha confermato la capacità di cogliere gli obiettivi di crescita, marginalità e solidità finanziaria – dichiara Luca Spada, AD e Presidente di Eolo – Abbiamo vissuto tanti cambiamenti nel corso degli anni mantenendo l’entusiasmo e i valori che ci contraddistinguono: tenacia, innovazione e affidabilità – continua l’AD – per questo motivo abbiamo deciso di lanciare l’operazione di rebranding che porta all’unione del marchio corporate e di quello commerciale: Eolo diventa il marchio unico della società sottolineando definitivamente sia l’identità che la mission dell’azienda”.
In uno scenario in continua evoluzione, NGI ha deciso di innovare il proprio brand, tenendo a mente la propria mission, ovvero quella di diffondere la banda ultralarga e contribuire al superamento del digital divide investendo nelle cosiddette aree a “fallimento di mercato”), dove i tradizionali operatori non arrivano.
Eolo oggi porta connessioni a 30 Mega in 13 regioni Italiane, oltre 5.100 comuni sono coperti dal servizio e molti di questi sono in aree sono nei cluster Ce D del Governo, ovvero le aree maggiormente svantaggiate, da sempre ai margini delle politiche industriali e di inclusione.
“Secondo l’Osservatorio sulle Comunicazioni dell’Agcom (pubblicato il 1/2016, dati aggiornati a Dicembre 2015), gli accessi FWA (Wireless Fisso) crescono di 110 mila linee su base annua, arrivando a quasi a doppiare (670 mila) quelli in fibra ottica (360 mila) – afferma Spada – questi dati ci dimostrano che le tecnologie wireless sono in forte crescita nel nostro Paese e possono contribuire significativamente al superamento del digital divide che affligge le aree più svantaggiate, ovvero quelle in cui investiamo da 10 anni” conclude l’AD.
L’impegno per il futuro è quello di proseguire con lo sviluppo delle infrastrutture proprio nelle aree più difficili: anche per questo Eolo vede con favore l’iniziativa del Governo certa che, grazie all’abilitazione in fibra ottica, sarà in grado di portare la banda ultralarga anche in questi territori da sempre ai margini delle politiche industriali e di inclusione, ma che rappresentano il cuore del nostro Paese.