Quando alla fine di maggio si è sparsa la notizia del
“sorpasso” da parte di Apple ai danni di Microsoft nel valore
di Borsa, è sembrata finire un’epoca. Il binomio Win-tel aveva
perso anche l’appeal? Microsoft sembra aver appannato la
leadership, che è qualcosa assai più della quota di mercato. In
tre anni, il titolo è sprofondato da 29 a 16 dollari, per risalire
a 31 a inizio 2010 e veleggiare ora attorno a quota 24. Apple nello
stesso periodo di tempo ha raddoppiato, passando da 130 a 260
dollari e Cupertino batte nella capitalizzazione Redmond per 236
miliardi di dollari contro 212.
Facile rispondere che se Apple ha realizzato quest’exploit, lo
deve non ai computer, ma a quella linea di prodotti nata con
l’iPod, esplosa con l’iPhone e ora rinvigorita dall’iPad,
unita al modello di business dei negozi online – iTunes e App
Store. Resta il fatto che Microsoft conferma la difficoltà a
reinventarsi. Giovedì 22 luglio i risultati del trimestre
presenteranno con ogni probabilità i conti di un’azienda più
che solida. I suoi cavalli di battaglia, che fanno buona parte del
fatturato e soprattutto grandissima parte dei profitti, continuano
a tirare. Windows 7 ha avuto un’ottima accoglienza ed è
probabile che il trend positivo del passaggio al nuovo sistema
operativo continuerà anche per buona parte del 2011. Le vendite di
pc si sono riprese negli ultimi 9 mesi e questo è causa-effetto
del successo di “7”. Office 2010 è appena arrivato e dovrebbe
fare il suo dovere negli uffici. In più la console Xbox, dopo anni
e miliardi di perdite, sta dando le sue soddisfazioni, anche se non
ha i numeri di Nintendo, e sta portando una serie di nuove
tecnologie.
Le good news non vanno molto più in là. Ai primi di luglio si
sono diffuse le notizie di nuovi tagli di personale, di misura
tuttavia piuttosto limitata, rispetto ai 5mila degli ultimi due
anni: un “adeguamento” organizzativo che sembra in linea con
un’azione di riorganizzazione, anche manageriale, perché proprio
l’affievolirsi della leadership interna e la poca chiarezza nei
progetti sembra uno dei problemi principali e lo stesso Ceo Steve
Ballmer ha dovuto riprendere in mano l’area più debole, quella
dei prodotti consumer.
Intanto, Microsoft ha “ucciso” due linee di prodotti che
sembravano poter incarnare un nuovo corso. Il primo è il Courier,
il tablet a doppia pagina, probabilmente a causa dell’eccessiva
complessità e costo di un disegno ancora troppo
“Windows-dipendente”. L’ennesimo fiasco nei tablet giungeva
al momento del decollo dell’iPad di Apple e mentre Hp comprava
Palm.
Cielo grigio anche sugli smartphone, dove Microsoft ai primi di
luglio annunciava il ritiro del Kin, un prodotto pensato per un
pubblico giovane, lanciato a fine aprile e sostenuto anche da
Verizon. Le carte di Microsoft ora sono tutte sul tavolo del
prossimo sistema operativo Windows Phone 7, che non arriverà forse
nell’ultimo trimestre, ma che troverà un mercato in larga misura
compromesso, visto che con il suo residuo 6,8% del mercato
smartphone, Microsoft è indietro rispetto ai vari Symbian, iPhone,
Blackberry e Android.
Le attese importanti riguardano ora il ruolo che Redmond vorrà
giocare con il cloud: mercato potenziale ma anche possibile nemico.
Con le Web Apps, le applicazioni di Office “light” fanno la sua
comparsa sul web, ma che succederà nel mercato enterprise? Le
scorse settimane Microsoft On Line Services ha vinto un contratto
pluriennale per la gestione delle applicazioni di collaboration e
di Office per 60mila postazioni della francese Alstom, ma Office
resterà caricato sui pc. Mentre Ibm decide di lasciare Microsoft
Explorer per passare a Mozilla Firefox, la partita cloud si scalda:
virtualizzazione del desktop e collaboration potrebbero essere le
carte del futuro Windows 8, ma Steve Ballmer deve reagire prima,
perché Microsoft non può accontentarsi di navigare a vista.