DIGITAL DISRUPTION SAS

La grande sfida per il business, big data analizzati in real time

Sas Forum, l’Ad Marco Icardi: “Al centro di una scena dominata dalla tecnologia digitale e dell’Internet of things c’è l’uomo”. Ma per costruire la vera intelligenza diffusa il modello perfetto è quello del mondo vegetale

Pubblicato il 28 Apr 2016

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Il SAS Forum, l’evento per eccellenza dedicato a big data e analytics, è arrivato alla sua decima edizione. E in un contesto in cui strumenti analitici e piattaforme digitali per lo sviluppo della customer experience e l’aumento della produttività all’interno dell’organizzazione sono diventate consuetudini per molte imprese, la vision del gruppo che di fatto ha creato queste applicazioni – esattamente quarant’anni fa, tra l’altro – non poteva che compiere un salto quantico rispetto a messaggi che sono stati oramai interiorizzati dal mercato.

Oltre i dati, oltre la complessità che si profila all’orizzonte dell’Internet of Things, oltre i risultati di business, ci sono l’uomo e le sue interazioni con l’ambiente e con i gruppi di appartenenza. Il tema del SAS Forum 2016, che si è svolto oggi a Milano, è infatti “Analytics everywhere”, sia nell’accezione della diffusione della tecnologia anche grazie all’esplosione degli oggetti connessi, sia in quella della pervasività dei processi personali e professionali basati su decisioni informate.

“Si tratta di un cambiamento che ha un enorme impatto su tutti gli aspetti della quotidianità”, ha detto Marco Icardi, amministratore delegato di SAS Italia, aprendo i lavori. “In ambito business non è esagerato parlare di smart mind, ovvero di persone e team che mettendo a fattor comune queste informazioni cambiano i modelli organizzativi interni. Ma si osservano sempre più spesso anche casi di sviluppo condiviso di prodotti e servizi, da modellare e personalizzare secondo le esigenze specifiche dei clienti finali. Tutto questo a patto di incrementare la capacità di elaborare i dati nel momento stesso in cui vengono generati.

Con la velocità enorme degli stream specialmente in settori strategici come quelli delle telco e degli istituti finanziari, la sfida oggi è intercettare e analizzare le informazioni mentre sono in viaggio. È ciò che consente di fare la nostra piattaforma”, ha continuato Icardi alludendo a Viya, la nuova architettura open source di SAS destinata a includere tutti i servizi e le suite di advanced analytics del gruppo. “Si tratta di uno strumento applicabile a tutti i verticali dell’Internet of things, dalla domotica all’Industry 4.0, passando per l’agricoltura di precisione e le utilities, e alle loro intersezioni. I confini tra i settori vengono meno”, ha concluso il numero uno di SAS, “basti pensare che attualmente la banca retail col maggior tasso di crescita nel Regno Unito è Tesco, la catena di supermercati”.

Probabilmente la case history più emblematica tra quelle presentate al SAS Forum è stata raccontata da Barbara Cominelli, direttore Commercial Operations and Digital di Vodafone Italia, che ha condiviso con la platea il lavoro svolto dall’operatore per incontrare le mutate esigenze dei clienti nell’era della digitalizzazione spinta. “L’obiettivo è creare esperienze contestualizzate ritagliate su micro-bisogni e micro-situazioni. Non esistono più percorsi univoci e lineari definiti per canali e per fasi successive, i diversi momenti di contatto tra cliente e azienda convergono in un’unica esperienza a cavallo di mondo fisico e digitale, aspettandosi da un brand livelli di servizio che inevitabilmente paragona a quelli offerti da altre aziende, a prescindere da settore e categoria merceologica”. Cominelli ha spiegato che il fulcro di molte delle nuove attività avviate dalla sua divisione è la mobile app My Vodafone, che è riuscita a catalizzare la user experience dei clienti, rivelandosi un prezioso generatore di dati da utilizzare per approfondirne la conoscenza. “In media un cliente contatta il call center o si reca in un nostro punto vendita una o due volte l’anno, mentre accede all’applicazione ogni quattro giorni. Attraverso il modo in cui effettua la navigazione, il consumatore ci aiuta a conoscerlo meglio, agevola una conversazione sistematica, intima e personalizzata che condurrà a un futuro in cui il rapporto sarà realmente personalizzato”. Cominelli parla di real time marketing, assistenza proattiva, e integrazione di servizi con anche attività di upselling che nell’ottica di Vodafone aggiungeranno valore sia all’organizzazione che al cliente finale.

Tra i relatori saliti sul palco, dove si sono alternati gli interventi anche di Tamara Dull (director of emerging technologies di SAS, che ha approfondito il delicato tema del rapporto tra utenti e oggetti nell’era dell’IOT), di Paolo Bruttini (socioanalista e consulente di sviluppo organizzativo, che ha parlato di come sta cambiando la percezione delle leadership nelle aziende) e dei fondatori di DataNinja (agenzia di stampa specializzata in data journalism), si è distinto l’intervento di Stefano Mancuso, direttore del LINV, Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale, Università di Firenze. Dimostrando il modo in cui le piante interagiscono tra loro e con l’ambiente circostante sfruttando attuatori che funzionano senza di fatto consumare energia, il ricercatore ha suggerito una possibile evoluzione dell’approccio al modo con cui si sta pensando e costruendo l’Internet of things, “i cui network di sensori sono basati fondamentalmente sul modello animale. Ma se si comincia a considerare il regno vegetale (che rappresenta il 99,7% della biomassa terrestre) come una rete di esseri cognitivi, ci si renderà conto che abbiamo a disposizione paradigmi ancora più efficienti. Le piante sono reti di reti”, ha rilanciato Mancuso, “e un bosco è in realtà una specie di superorganismo all’interno del quale ogni albero è connesso con gli altri, con cui scambia reciprocamente informazioni e nutrienti. Un modello che rappresenta una risposta perfetta al principale dilemma di chi studia qualunque tipo di sistema basato sulla sharing economy e sul sensing distribuito”.

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