“La più grande opera infrastrutturale probabilmente è quella che meno si vede, è la banda ultralarga che stiamo finanziando perché arrivi davvero in tutto il Paese e forse il riavvicinamento tra Nord e Sud” del Paese “parte anche da lì su cui il governo sta investendo tanto”. Lo ha affermato il ministro delle Riforme istituzionali Maria Elena Boschi intervenendo alla 39a assemblea di Confcooperative.
“La possibilità di avere gli stessi servizi, di andare alla stessa velocità e di potersi connettere – ha spiegato Boschi – con una cooperativa che sta in un’area periferica e non in una grande città, anche da lì passa la parità della concorrenza per chi deve fare impresa nel nostro Paese”.
“Ma se abbiamo a disposizione questi strumenti – ha concluso – sfruttiamoli anche nel rapporto tra pubblico e privato, non è necessario lasciare il proprio posto di lavoro per andare a fare la fila in un ufficio pubblico quando si può avere sul telefonino o sul computer l’autorizzazione di cui si ha bisogno in un ufficio pubblico. Questa è la sfida della pubblica amministrazione che ci aspetta nei prossimi mesi”.
Rimarrà in consultazione per 30 giorni, come annunciato in anteprima da CorCom, il Piano degli investimenti per la banda ultralarga nelle aree bianche in cui sono state messe nero su bianco caratteristiche e modalità operative dell’intervento diretto pubblico.
A poco più di un anno dall’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, della Strategia italiana per la banda ultralarga – era il 3 marzo 2015 –il Piano per portare la fibra ottica nelle aree a fallimento di mercato si prepara dunque a entrare nel vivo. Circa 3 miliardi le risorse complessive a disposizione per portare i 30 Mbps a tutti gli italiani e oltre i 100 Mbps all’85% della popolazione al 2020. Il documento è disponibile sul sito di Infratel e nel frattempo lo schema del bando di gara – fa sapere il Mise – è all’attenzione di Anac, Agcm, Agcom e Autorità per l’energia: ricevuti i rispettivi pareri il bando sarà pubblicato per consentire agli operatori di presentare le proprie offerte ed arrivare all’assegnazione della prima gara già subito dopo l’estate.
Resta aperto il capitolo Catasto delle reti: il documento, secondo gli auspici di Palazzo Chigi, doveva essere licenziato insieme con le Linee guida. Ma la messa a punto del “censimento” sarebbe ancora in alto mare, dunque la partita è rimandata a data da definirsi. Sul documento in consultazione si puntualizza però che è “di prossima adozione” lo schema di decreto ministeriale (Mise) “recante le regole tecniche per la definizione del Sinfi” (il Sistema Informativo Federato delle Infrastrutture).
Per quanto riguarda lo “scenario” italiano, nel documento messo in consultazione si fa anche il punto sullo stato di avanzamento della connettività nel nostro Paese: La copertura delle reti di accesso Nga è disponibile solo per il 44% delle famiglie a fronte di una media europea del 71% (siamo penultimi nella classifica Ue). Anche sul fronte della percentuale di sottoscrittori al broadband fisso siamo al di sotto della media Ue pari al 72%: in Italia è abbonato alla banda larga il 53% delle famiglie. Last but not least per quel che riguardi l’ultrabroadband (oltre 30 Mbps), ad oggi raggiunge solo il 5,4% degli italiani contro una media europea del 30% (siamo terzultimi).