SCUOLA

E-skills, la scuola italiana deve fare di più

Rapporto Indire: gli istituti non lavorano abbastanza nell’indirizzare i ragazzi verso un uso consapevole dei media digitali. Nelle regioni del Sud il tema viene affrontato con maggiore attenzione

Pubblicato il 06 Mag 2016

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Come vengono utilizzate le tecnologie nella quotidianità da studenti e docenti? E’ il filo conduttore di una ricerca “Competenze digitali di studenti e docenti delle Regioni Pon” (Programma Operativo Nazionale), presentata da Indire (Istituto Nazionale di Documentazione e Ricerca Educativa) all’Università di Udine, durante un convegno sull’innovazione per la didattica.

La ricerca è stata finanziata nel contesto del programma Pon 2007-2013 “Competenze per lo Sviluppo” Fse e ha coinvolto 9.508 studenti e 7.732 docenti di istituti scolastici di ogni ordine e grado delle regioni dell’obiettivo Convergenza, che sono Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Dai dati emerge come la formazione delle competenze digitali, soprattutto quelle definite “trasversali” e “soft”, richiede un impegno diretto e costante della scuola, non solo nell’accompagnamento e nel controllo dei ragazzi, ma soprattutto nel loro indirizzamento verso un approccio consapevole, critico e partecipativo ai media digitali. Proprio nelle scuole, dove vengono svolte queste attività formative, viene infatti riscontrata, da parte dei ragazzi, una maggiore frequenza di comportamenti digitali “consapevoli” e creativi.

Ad esempio, tra gli studenti che usano quotidianamente in classe software creativi (linguaggi di programmazione, montaggio video, ecc.) il 44% pubblica propri contenuti creativi anche a casa, mentre la percentuale scende al 22% per chi non ha mai svolto a scuola tale attività. Inoltre, possono rilevarsi diversi “stili digitali” nei ragazzi che non sempre sono coerenti con il rendimento scolastico: uno stile “ludico”, basato soprattutto sul frequente utilizzo di videogame, si associa ai ragazzi scolasticamente più deboli; uno stile definito come “pratico”, basato sull’utilizzo della rete in chiave di accesso a informazioni e utilizzo delle reti sociali come sostegno, si associa ai ragazzi dai voti sufficienti e medi, mentre gli studenti “eccellenti” (con medie di 8 e superiori) paiono tendenzialmente meno coinvolti dalle attivita’ in rete, se non per specifici ambiti di interesse scolastico.

L’indagine evidenzia che nei sette anni di programmazione del Pon 2007-2013 il bisogno formativo sul tema delle competenze digitali è stato particolarmente sentito dai docenti delle regioni Obiettivo Convergenza: circa il 30% dei 173.000 insegnanti, di ogni ordine e grado che si è formato nel Pon, ha scelto questo ambito, all’interno di una offerta molto ampia (Lingue straniere 11%, Valutazione 14%). I Programmi Operativi Nazionali hanno accompagnato e sostenuto questa esigenza supportando le scuole nell’acquisto di strumenti tecnologici e dando l’opportunità al personale scolastico di frequentare corsi di formazione.

Tuttavia, a fronte di un buon investimento anche personale da parte dei docenti, in termini di formazione frequentata e di tecnologie possedute, emerge come l’integrazione di strumenti e risorse digitali nella pratica quotidiana è ancora parziale. Le percentuali più alte (circa il 65%) di uso frequente del digitale in classe è connesso con attività di tipo fruitivo e informativo, mentre sono minori le percentuali riguardanti le attività di creazione di contenuti (circa il 30%). I docenti che utilizzano frequentemente le potenzialità del digitale mostrano un impiego finalizzato soprattutto alla preparazione delle lezioni. Scarse le percentuali (circa il 10%) di chi realizza spesso attività che favoriscono negli studenti l’uso autonomo e consapevole delle risorse digitali. Quest’ultima percentuale sembra essere quella di maggiore criticità, sulla quale intervenire con azioni specifiche.

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