Il 27 maggio sciopero nazionale Almaviva. Lo hanno dichiarato Slc‐Cgil Fistel‐Cisl Uilcom‐Uil dopo l’unanime bocciatura, da parte dei lavoratori, dell’accordo proposto dal Governo che prevedeva il ritiro dei licenziamenti a fronte di una solidarietà concentrata su tre siti.
Secondo i sindacati tre temi appaiono indispensabili per provare a gestire gli esuberi dichiarati dall’azienda:
1. Avviare da subito le ispezioni e le sanzioni per la committenza che, avendo le aziende delocalizzato attività in Paesi collocati fuori dalla Comunità Europea, non fornisca l’informazione preventiva sulla località di risposta e/o non fornisca al cittadino il diritto di scelta previsto dal comma 4 dell’articolo 24 bis del Decreto Sviluppo. Inoltre, il Governo deve continuare ad impegnarsi per garantire la costruzione e quindi il rispetto della norma sulla continuità occupazionale per le imprese che effettuino un cambio di appalto (Clausola Sociale);
2. Il contrasto alle gare al massimo ribasso è realizzabile solo attraverso un riequilibro dei rapporti di forza sul mercato. E’ necessario produrre politiche che siano in grado di consolidare il settore e permettere la concentrazione di aziende che devono competere sugli investimenti, sull’innovazione, sulla qualità dei servizi offerti (tutelando il cittadino anche sui tempi di attesa, non soltanto sulla privacy), e sulle economie di scala riequilibrando in questo modo l’eccessivo potere che oggi la committenza esercita.
3. E’ necessario dotare, infine, il settore di ammortizzatori sociali stabili e strutturati inserendo le attività di call center tra quelle di cui all’art. 20, comma 2 del D.lgs 148 del 2015, consentendo così di avere accesso alle tipologie di intervento degli ammortizzatori sociali previste per il comparto dell’industria, così come già avviene per i settori della Logistica e della Grande Distribuzione.