NEW TV

Netflix si gioca tutto sui big data

La società programma prodotti e investimenti sulla base dei profili elaborati con gli algoritmi più sofisticati. La rubrica di Augusto Preta

Pubblicato il 13 Mag 2016

augusto-preta-130311154007

Big Data è ormai il mantra di tutti i dibattiti e le discussioni degli ultimi tempi, qualunque sia l’oggetto, ma pochi in realtà sanno esattamente di cosa si tratta e come funzionano.

Abbastanza interessante in questo senso è l’approccio di Netflix, un operatore che fa come noto uso massiccio dei dati, sia per decidere su quali prodotti investire e modellare le proprie offerte, sia per meglio attrarre e soddisfare la domanda da parte dei tanti abbonati ai propri servizi.

Ormai presente dallo scorso gennaio in 130 paesi del mondo, la società di Reed Hastings ha pensato bene di sfatare alcuni dei luoghi comuni più sfruttati, come ad esempio l’uso segmentato dei dati demografici legati al sesso, all’età e al paese.

Al contrario, gli spettatori sono raggruppati in “cluster”, definiti quasi esclusivamente sulla base dei gusti comuni e le loro identificazioni su Netflix evidenziano una porzione minima di contenuti che si adatta ai loro profili. Questi potrebbero essere gli stessi per un individuo di Roma così come per uno di Melbourne (anche se, probabilmente, avrebbero accesso a library in parte diverse).

Netflix sembra aver applicato una delle leggi più consolidate in sociologia e psicologia, e cioè che in generale la variazione all’interno di un gruppo sociale è molto più ampia della differenza collettiva tra due gruppi qualsiasi. Dunque se si vuole, ad esempio, fare in modo che aumenti lo streaming dei propri contenuti, sarebbe meglio sfruttare le proprie conoscenze su individui simili in gruppi demografici completamente diversi e solo successivamente provare a disegnare un quadro più ampio e segmentato.

Ad esempio, a detta della società, il 90% del volume totale di streaming di un genere tipico di quel paese come le anime non proviene dal Giappone. Questo perché quanto piaccia questo genere non è determinato tanto dalla nazionalità, ma dall’attitudine verso il prodotto, in particolare se l’utente è un nerd.

Si tratta di una lezione di notevole importanza di cui tener conto da parte delle imprese e l’emergere di una realtà molto diversa per quanto riguarda la profilazione dei consumatori. Nell’era dei big data, proprio il profilo dei consumatori non può più basarsi su macro-categorie consolidate, ma richiede l’uso di algoritmi basati su criteri più sofisticati.

In questo senso, non sono i big data in sé il valore reale delle aziende, ma la capacità di utilizzarli nella maniera più conveniente ed efficace. Per individuare i consumatori che desiderano quello che si vuole offrire, occorre andare oltre la superficie e le categorie tradizionali, toccare le loro corde e capire le loro motivazioni più profonde.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati