I contenuti sono ormai un mantra per tutte le società del mercato televisivo. Lo è per la Rai, che ha fatto di questo tema uno dei più dibattuti al tavolo tecnologico della maxi-consultazione pubblica, ma anche per il nuovo tandem italo-francese Mediaset-Vivendi e naturalmente per l’ex monopolista della pay-tv in Italia, ossia Sky. Proprio il colosso controllato da Rupert Murdoch, che detiene tramite la Fox il 39% del Gruppo inglese, sta accelerando ulteriormente sulla produzione di contenuti, favorito anche da una migliore operatività garantita dall’integrazione delle divisioni nazionali in un’ottica di gruppo europeo.
Ma questo recente passaggio non ha fatto venir meno la strategia diretta a valorizzare le singole realtà: “Non vedo ruoli esclusivi. Dobbiamo vincere a livello locale, quindi non tutte le produzioni potranno essere in Italia come non potranno esserlo nel Regno Unito o in Germania”, spiega a Il Sole24Ore il ceo di Sky Jeremy Darroch, che elenca in modo chiaro e definito i pilastri della vision strategica del colosso della pay-tv: “La produzione dei contenuti prima di tutti, l’innovazione tecnologica e il servizio ai consumatori. Solo quest’anno l’investimento è stato di 5 miliardi di sterline. E crescerà anno dopo anno”.
Davanti alla nuova alleanza Mediaset-Vivendi, che sta pensando ad uno sbarco sul sattellite, e alle mosse di alcuni big d’Europa in un’ottica quad play (fisso, mobile, tv e banda larga) Darroch si mostra piuttosto sicuro: “Guardiamo ai concorrenti ed è ovvio, ma non saranno loro a decidere la nostra direzione di marcia. Non abbiamo mai avuto paura della concorrenza. Ci sono grandi opportunità di crescita in Italia anche se il contesto è dettato dal quadro macro del Paese. Quando l’Italia inizierà ad accelerare anche Sky Italia migliorerà”.
Nello specifico delle sinergie e delle possibili integrazioni fra i player tv e telco, il manager afferma di non ritenere necessaria una combinazione di servizi e tecnologie in una sola società, allontanando di fatto le ipotesi di trattative M&A in atto o in progetto fra Sky e i grandi Gruppi di telecomunicazioni europei. Ma, aggiunge, “esistono ottime opportunità per le società di telefonia di distribuire i nostri contenuti”.
Buona parte di quest’ultimi, prosegue, arriveranno dall’Italia (“L’Italia sarà content focused, utilizzeremo la grande ricchezza culturale del vostro Paese”), anche se ammette che il “motore del nostro sviluppo sarà la Gran Bretagna e anche la Germania, che inizia a guadagnare”. Infine, sull’ipotesi rilanciata da Murdoch di un’offerta per prendersi tutta la pay-tv, il ceo preferisce glissare (“Se qualcuno vuole fare un’offerta si vedrà”), mentre sulla possibilità che la Champions League possa tornare su Sky la risposta di Darroch suona quasi come una frecciatina ai rivali di Mediaset Premium: “Non si mai, ma puntiamo a un’offerta ampia. Non vogliamo dipendere eccessivamente da un singolo contenuto”.