“Per troppo tempo il tema della riforma del servizio pubblico radio-televisivo è stato monopolio degli addetti ai lavori. L’obiettivo di questa consultazione, invece, è di dare la parola innanzitutto al cittadino che paga il canone, unico vero azionista del servizio pubblico. I risultati ci consentiranno di definire meglio i nuovi doveri del servizio pubblico radio-tv”. Lo afferma in una nota Antonello Giacomelli (nella foto), sottosegretario alle Comunicazioni, in merito al questionario della prima consultazione pubblica sulla Rai online da oggi.
Sul sito www.cambierai.gov.it per 45 giorni gli italiani potranno per la prima volta esprimere la propria opinione sul “servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale” in vista della nuova Convenzione tra lo Stato e la Rai, in scadenza nel 2016.
Sono 36 le domande che il Ministero dello Sviluppo Economico ha elaborato con la collaborazione tecnica di Istat. I temi spaziano dall’utilizzo delle risorse da canone e pubblicità alle nuove abitudini di consumo dei programmi tv, dalla dimensione internazionale della Rai al rapporto con l’industria dell’audiovisivo, dalla presenza sulle nuove piattaforme all’alfabetizzazione digitale, dall’indipendenza dell’informazione al rapporto con pubblica amministrazione, scuola, mondo del sociale.
Insieme con il questionario il Mise pubblica sul sito le proposte uscite dai 16 tavoli tecnici convocati il 12 aprile scorso all’Auditorium-Parco della Musica di Roma, distribuiti in 4 macro-aree: Sistema Italia, Industria creativa, Digitale e Società italiana.
Oltre alle associazioni degli autori e produttori della tv, del cinema, della radio, dell’animazione e dell’informazione, ai tavoli sono state coinvolti i rappresentanti di organizzazioni del made in Italy, del turismo, del digitale, dei beni culturali, del terzo settore, della scuola e università, dei consumatori.
A luglio Istat analizzerà i risultati che saranno raccolti in un documento di sintesi della consultazione pubblica che accompagnerà la nuova bozza di Convenzione tra lo Stato e la Rai, che dovrà essere approvata entro ottobre.
La consultazione sul “servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale” era prevista dalla legge 220/2015 sulla governance Rai.