LA RICERCA

Privacy nuova moneta di scambio, gli europei pronti a venderla

Studio F5 Networks: un utente su due disposto a rilasciare informazioni personali in cambio di servizi online gratuiti. Poca fiducia nei social, di più nelle banche a patto che migliorino le modalità di autenticazione

Pubblicato il 18 Mag 2016

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I cittadini europei non hanno fiducia nella capacità di organizzazioni e aziende di tenere al sicuro i dati dei loro utenti. Informazioni che in ogni caso le persone sarebbero per la maggior parte disposte a condividere con le aziende in cambio di un utilizzo gratuito dei loro servizi. E’ il quadro che emerge da una recente analisi commissionata da F5Networks e realizzata da Opinium research, che ha coinvolto 7mila consumatori nell’area Emea.

Condividere i dati con le aziende private è fonte di preoccupazione per quasi tre quarti (70%) degli intervistati, che temono che i dati finiscano nelle mani sbagliate, con la rapida conseguenza di subire una violazione della privacy (64%). I dubbi peggiori nascono quando si fa riferimento ai social network e alle agenzie di marketing rispetto ai quali il 75% dei consumatori dichiara di non avere fiducia e solo il 21% pensa che in passato queste realtà siano state in grado di proteggere efficacemente i dati dagli attacchi degli hacker.

Timori che però si dileguano se compare la possibilità di usufruire gratuitamente dei servizi forniti dalle aziende. Oltre la metà degli intervistati si dichiara disposto a condividere informazioni sulla propria data di nascita (53%), lo stato civile (51%) e gli interessi personali (50%).

Tra le aziende più affidabili ci sono le banche, in testa per requisiti di sicurezza secondo il 76% degli intervistati. Nonostante questo, il 77% pensa che gli istituti bancari, seguiti dalla sanità (71%) e dal settore pubblico e statale (74%) debbano mettere in campo soluzioni di autenticazione più forti per offrire una sicurezza maggiore.

Globalmente, l’88% dei consumatori ritiene che le aziende dovrebbero migliorare gli aspetti legati all’autenticazione.

“Abbiamo visto differenze evidenti nella tipologia di aziende alle quali i consumatori accordano la propria fiducia nella tutela dei dati – spiega Mike Convertino, CISO e VP, Information Security di F5 Networks – Le aziende con una solida tradizione di attenzione agli aspetti della sicurezza, come le banche, sono considerate di gran lunga più affidabili, ma è interessante notare che condividiamo sempre più le nostre informazioni sui social anche se non li riteniamo affidabili dal punto di vista della tutela e protezione dei nostri dati personali. Più cresce la consapevolezza dei rischi, più diviene importante avere un’infrastruttura di sicurezza e protezione dei dati, il che implica tecnologia, educazione e processi sufficientemente rigorosi da garantire la protezione contro le minacce, senza danneggiare l’esperienza del cliente”.

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