Nel mondo della Sanità privata l’Italia gode di un’ottima base infrastrutturale per l’accettazione di pagamenti digitali e di una buona diffusione di carte di pagamento tra la popolazione, in linea o persino superiore ai paesi europei più sviluppati. Ma in aziende sanitarie pubbliche e ospedali il gap da colmare è ancora forte, e questo fa scendere sensibilmente la media dei pagamenti elettronici nel settore. I dati di effettivo utilizzo dei pagamenti elettronici in sanità, infatti, collocano il nostro paese agli ultimi posti in Europa: nel 2014 erano 38,2 le transazioni annuali pro capite con carta, contro le circa 270 di Svezia e Danimarca e le 244 della Finlandia.
E’ quanto emerge dai dati dello studio dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, in collaborazione con Forum PA e MasterCard, presentato nel corso di Forum PA 2016, in programma fino al 26 maggio al Palazzo dei congressi di Roma. Obiettivo della ricerca è comprendere il livello di digitalizzazione dei pagamenti elettronici nelle strutture sanitarie. La filiera della salute produce 290 miliardi, pari al 9,4% del Pil, e impiega 3,8 milioni di persone, il 16,5% del totale degli occupati.
“I pagamenti digitali sono strumento di sviluppo e di modernizzazione di un paese – afferma Valeria Portale dell’Osservatorio Polimi – Collocata com’è agli ultimi posti per utilizzo dei pagamenti elettronici in Europa, l’Italia corre il rischio di non colmare nei prossimi anni il digital divide”. Il contante, infatti, continua a essere preferito nel 56% dei casi.
“MasterCard lavora da anni in Italia per sostenere la lotta contro il contante e, più in generale, per promuovere il percorso di digitalizzazione del Paese che vede nei pagamenti digitali le sue fondamenta – commenta Massimiliano Gallo, head of acceptance development and merchant engagement Italy & Greece di MasterCard – Grazie al lavoro fatto in collaborazione con i nostri partner, oggi in Italia le nuove tecnologie di pagamento sono una realtà e consentono agli italiani pagamento più veloci, sicuri e semplici. Come evidenziato dall’analisi dell’Osservatorio, queste soluzioni potrebbero apportare benefici significati a settori quali la sanità pubblica con vantaggi concreti per i cittadini”.
In particolare, è nelle ASL e nelle aziende ospedaliere che c’è ancora molto da fare: nell’oltre il 60% dei casi analizzati agli utenti non è consentito pagare con la carta agli sportelli e il canale online per il pagamento da remoto è ancora poco sviluppato. Solo una struttura sanitaria su cinque offre il pagamento delle prestazioni via web e appena un italiano su sei dichiara di avere effettuato un pagamento delle prestazioni sanitarie tramite il canale online.
Gli intervistati si sono però mostrati ottimisti verso un cambiamento in positivo, anche alla luce di due acceleratori del processo promossi da AgID: il “Nodo dei pagamenti elettronici”, o “PagoPA”, cui tutte le Pubbliche amministrazioni aderiscono dal 31 dicembre 2015; e lo Spid, il nuovo sistema pubblico per l’identità digitale, con cui ogni cittadino avrà un Pin unico e potrà gestire anche le prestazioni sanitarie. Dalla survey emerge poi che 8 strutture sanitarie su 10 stanno lavorando sulla digitalizzazione dei servizi per la relazione con il cittadino a distanza via web (prenotazione delle prestazioni, pagamenti, ecc). I servizi dovranno essere disponibili online entro il 31 dicembre 2016. La reazione nei confronti dei servizi già digitalizzati (ad esempio la possibilità di refertazione e prenotazione visite on line) è più che positiva