L’Italia si trova di fronte a una grande opportunità, quella di colmare il digital divide e diventare un paese all’avanguardia nel campo delle infrastrutture digitali. Oggi infatti siamo ancora in grande ritardo, come dimostra l’Indice europeo di digitalizzazione dell’economia e della società elaborato dalla Commissione europea (Desi, Digital Economy and Society Index) che pone il nostro paese al 25° posto sui 28 Paesi dell’Unione.
Secondo le informazioni diffuse da Infratel inoltre, a fronte di una media europea di copertura in banda ultralarga con velocità superiore a 30 Mbps pari al 68% della popolazione, in Italia solo il 26% della popolazione risulta coperta. Ma se si colma il divario digitale che ci separa dai principali partner comunitari e dai Paesi industrializzati, si può garantire un volano positivo a qualsiasi iniziativa di rilancio economico dell’Italia. Secondo uno studio della Banca Mondiale del 2010 considerato ancora attuale, una crescita del 10% del tasso di penetrazione della banda larga genera circa l’1,38% di Pil incrementale. È quindi necessario un cambio di passo. E se è innegabile la necessità che il Governo agisca anche sul lato della domanda con apposite iniziative di sostegno al take up di servizi a banda ultralarga, al contempo è assolutamente imprescindibile un intervento che doti il nostro Paese di infrastrutture di rete di nuova generazione, con l’obiettivo di permettere agli attori economici di competere alla pari nel mercato e ai cittadini di poter fruire di servizi innovativi. Questa scommessa si vince solo nel momento in cui il 100% del Paese sarà coperto nel più breve tempo possibile.