Un keynote all’insegna del pragmatismo e del divertimento. Difficilmente però lo si può definire “innovativo”. Apple stupisce più per gli effetti speciali che non per la sostanza degli annunci, anche se alcune cose di merito ci sono.
La Apple di Tim Cook è scesa in campo, come accade sempre a luglio, per il kick start della conferenza mondiale degli sviluppatori WWDC16 che si tiene questa settimana a San Francisco. Una settimana intensa, molto tecnica, che però negli anni ci eravamo abituati a vedere anche come un evento di lancio per tecnologie consumer. In questo Apple invece delude: il 2016 è un anno di cambiamenti tecnologici, unificazioni di nomenclature e tecnologie, creazione di sistemi basati su privacy e intelligenza artificiale. Nessuna novità invece per hardware commerciale.
In realtà, se proprio c’è una notizia che emerge da due ore e mezzo di presentazioni a volte un po’ troppo simile a baracconiste da fiera di paese più che a momenti di illuminazione tecnologica e digitale, è proprio quella relativa alla capacità di Apple di legare assieme due termini apparentemente antitetici come privacy e servizi avanzati.
Siri, l’agente intelligente di Apple, esce dal telefonino e va anche sui Mac e sulla Apple TV, diventa sempre più aperto alla programmazione delle app di terze parti, e acquista nuove funzionalità. Nascosta tra il kitsch del nuovo sistema di messaggistica (pensato per riprendere fiato rispetto alla concorrenza di Whatsapp e soprattutto della stella emergente Telegram) e il rap giovanilistico della nuova app Musica semplificata, emerge il vero gioiello tecnologico di quest’anno: la capacità di raccogliere i dati degli utenti per avere servizi predittivi e automatici di avanguardia (fanno invidia al meglio di Google e Microsoft) e trasmetterli in forma totalmente anonima ai server di Apple.
La “magia” si chiama “differential privacy”, un meccanismo studiato dalle menti di scienziati informatici nelle università americane e capace di rendere impossibili da ricostruire a posteriori i dati raccolti e “spezzettati” per renderli anonimi. Altre tecniche, come quella di anonimizzazione classica usata anche dalla Pa italiana, sono invece reversibili a determinate condizioni. “La privacy differenziale – garantisce Apple – è a prova di futuro”.
Apple ha lavorato per lanciare una nuova versione del sistema operativo per Mac, che adesso si chiama macOS, per iPhone e iPad (iOS) e per la televisione (tvOS) e l’Apple Watch (watchOS). Quest’ultimo acquisterà una grande semplificazione dell’interfaccia e molta più velocità anche sugli orologi di oggi, mentre la TV diventa il centro della domotica dedicata alla casa intelligente, con in più una tecnica di Single Sign On per i programmi televisivi che è sicura e molto, molto comoda.
Sbarcano su macOS Sierra sia Siri che Apple Pay (tra poco anche in Francia, Italia sempre esclusa) e altre tecnologie minori. Grande cambiamenti in vista per iOS invece, compresa la possibilità di fare copia e poi incollare tra apparecchi Apple diversi. Inoltre, con Watch di Apple o con iPhone sarà possibile sbloccare il Mac.
Importante anche se scontata è la costante apertura dei sistemi operativi e piattaforme di Apple alle app degli sviluppatori, mentre una sorpresa è Swift, l’app gratuita su iPad per imparare a programmare nel linguaggio Open Source di Apple che secondo molti è il primo passo sia per rivitalizzare il tablet di Apple in funzione scolastica che per portare un ambiente di sviluppo completo su questo tipo di apparecchi. Una scommessa per un futuro post-PC insomma.