Che il comparto finanziario stia cambiando è un dato di fatto. Il ruolo da protagonista è molto conteso: se un tempo la centralità era delle banche, oggi il mercato si muove in un’altra direzione. Google, Amazon, Facebook, Apple, PayPal, Samsung, i grandi nomi della tecnologia e dei social – in possesso di una straordinaria mole di dati – muovono i loro primi ma decisi passi nel mondo finanziario per offrire un servizio su misura ad un nuovo tipo di utente finale. Infatti, in questo scenario anche il cliente si sta trasformando: niente più giacca e cravatta (o meglio, non solo), ma stile casual, tablet alla mano e pochissimo tempo a disposizione per bussare alla porta di qualche filiale di banca. I Millennials. Raramente pensano alla banca come luogo fisico e pretendono – giustamente – di ricevere le informazioni e le news di cui hanno bisogno nel tempo di un caffè, sui loro dispositivi mobile. A completare il cerchio, altre due prospettive in evoluzione.
Dall’alto: le Istituzioni. Hanno capito l’importanza dell’innovazione in ambito finanziario, sentono il bisogno di una Pubblica Amministrazione tecnologica e di un ecosistema digitale in grado di semplificare la vita dei cittadini e creare un ambiente competitivo sano per le aziende desiderose di investire in Italia. Dal basso invece: le startup FinTech. Sono tantissime. Sviluppano idee ad alto contenuto tecnologico e stanno diventando le vere provider di servizi specializzati per le banche. Bisogna fare il punto della situazione: il Digital & Payment Summit lo fa da 13 anni, a Roma. Quest’anno, il 14 giugno presso l’Aula Magna Mario Arcelli, LUISS, Viale Pola 12, Roma, l’edizione 2016 ha visto una panel di relatori d’eccellenza nel panorama tecnologico e finanziario. Un evento gratuito, con oltre 500 partecipanti, imprescindibile per chi avesse voluto confrontarsi con i top-player del settore, le Istituzioni coinvolte e con le startup FinTech di cui si sentirà parlare in futuro. Emblematiche le parole di Maurizio Pimpinella, Presidente dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica, durante l’apertura dei lavori: “Non si può parlare di cambiamenti senza lasciarsi travolgere dagli stessi”. La formula del convegno è totalmente cambiata rispetto agli anni precedenti, in linea con le evoluzioni avvenute nel mercato: “Oggi, tutto è drasticamente cambiato: la scena è contesa tra banche e colossi della tecnologia e dei social, dove nessuno vuole fare l’antagonista, ma entrambi i player vogliono un ruolo da protagonista. Pensate alla mole di dati in possesso di questi colossi high-tech e social: conoscono, legittimamente poiché da noi autorizzati, le nostre abitudini di consumo, i posti che frequentiamo e le persone con cui trascorriamo il nostro tempo. Aggregando queste informazioni, tutte insieme, è possibile tracciare dei profili fedelissimi della nostra persona, “oro colato” per il marketing e quindi per la vendita di dati a terzi, direte voi.
Ma non è così, o perlomeno, non è più solamente questo il business di questi operatori. Si stanno sostituendo ai provider tradizionali di servizi. Giusto per citare qualche esempio: Messenger di Facebook conta 900 milioni di utenti solamente nel mercato USA. Un semplice sistema di messaggistica, giusto? Niente affatto: tramite questa applicazione è possibile effettuare bonifici da un profilo all’altro. Questo configura Facebook come istituto di pagamento” Apple Pay ha attirato 12 milioni di utenti in tutto il mondo attivi al mese, mentre Google Pay ha registrato (analogamente a Samsung) circa 5 milioni di persone attive mensilmente”, prosegue Pimpinella, aggiungendo che “Le nuove opportunità di business possono emergere solamente se si capisce in che direzione puntare, e non è possibile farlo correttamente senza aver prima compreso esattamente le esigenze del cliente. Siamo nella giusta direzione: nel 2015 i pagamenti con carte sono cresciuti del 12,4%, con 44 operazioni medie per ogni italiano. Con una forte spinta delle carte di debito e delle prepagate”. Parlando dagli ostacoli da rimuovere per innescare la rivoluzione digitale in Italia, il Presidente Pimpinella continua dicendo che la rivoluzione in questione è già stata innescata, ma non è avvenuta la detonazione: “Ritengo che ancora non ci sia stata questa “esplosione”. Sentite quanto è paradossale: l’impatto assolutamente positivo che avrebbe una forte digitalizzazione dell’Italia sarebbe talmente dirompente che siamo costretti ad esprimerci con terminologie tipiche di situazioni pericolose. Credo che tutto questo rifletta anche un aspetto legato all’animo umano: la diffidenza verso la novità. Capisco perfettamente che costruire una “rivoluzione” a parole può essere facile, ma declinare concretamente i princìpi e tradurli in operatività, invece, spaventa. Siamo stati forgiati così dall’evoluzione: esporsi troppo al cambiamento è rischioso, dunque, onde preservarci, la nostra natura è talvolta restia ad assecondare gli eventi. Per fortuna, abbiamo uno strumento potente con cui intervenire a riguardo: la cultura e l’educazione al cambiamento. La finanza deve diventare realtime e quasi gratis.
Tutto questo significa che c’è bisogno di un rinnovamento dell’infrastruttura di back office del settore bancario. E’ il motivo per cui la tecnologia, come quella dei distributer ledger della blockchain è di così forte interesse. La blockchain è il più importante nuovo trend da aggiungere al digitale e al FinTech, ed avrà un enorme impatto nel ripensare tutti i sistemi core di back office”. Il discorso prosegue parlando di startup FinTech, definite da Pimpinella come “intraprendenti corsari nell’oceano della tecnologia”, riguardo alle quali prosegue con una provocazione emblematica, atta a sintetizzare il trend del mercato: “Se dovessi scommettere tra meno di un decennio su una startup, sapete quale sarebbe? La prima in grado di produrre pantaloni senza tasche personalizzati just in time: a breve il denaro, le carte di pagamento, gli Smartphone stessi, tutto ciò che teniamo in tasca, sarà completamente smaterializzato!”. Riguardo alle evoluzioni del settore, la Dott.ssa Fabiana Piscitelli, Head of Strategy and Business Development di MasterCard, ha commentato che: “In una realtà sempre più connessa, stiamo promuovendo la digitalizzazione delle carte nei device mobili preferiti dei consumatori, per rendere ogni dispositivo connesso uno strumento semplice, sicuro e veloce per fare acquisti. In questo modo i consumatori potranno pagare con il proprio smartphone sia in tutti i negozi del mondo che sul web e potranno mantenere in ogni momento il controllo totale delle proprie spese”.
In piena sintonia con lo spirito del Convegno, il Dott. Luciano Cavazzana, Eastern Europe & Africa Managing Director di Ingenico Group, ha illustrato come: “Se col tempo il terminale POS si è evoluto nella sua concezione, passando da punto di accettazione dei pagamenti cashless (Point Of Sale) a strumento di erogazione dei servizi (Point Of Service), oggi l’obiettivo è di poterlo ulteriormente arricchire per trasformarlo in un vero e proprio Point Of Interaction, un punto di interazione con il cliente e con tutto ciò che è il mondo circostante”.
“Il settore bancario sta attraversando un periodo di grande trasformazione, sulla scia di dinamiche interne e di fattori esogeni – commenta il Dott. Giuseppe Capponcelli, Amministratore Delegato di ICBPI e CartaSi. In questo contesto la “rivoluzione digitale” pone nuove sfide ma è, indubbiamente, anche fonte di nuove opportunità e di generazione di valore per il settore stesso, la clientela, il Paese”.
La Dott.ssa Luisa Monti, Regulatory Developments di Crif, si è espressa in materia di blockchain dicendo che: “Gli investimenti in bitcoin e in blockhain hanno raggiunto gli 1.11 miliardi di Dollari, di cui 160.70 milioni nel primo trimestre del 2016, con blockchain che dall’inizio dell’anno ha superato bitcoin in termini di nuovi investimenti (fonte: Coindesk). Questi numeri confermano il crescente consenso attorno alle Distributed Ledger Technologies (DLT) e che potremmo davvero essere di fronte a un abilitatore in grado di rivoluzionare modelli di business in molti settori. In primis nel settore finanziario e, dato che la tecnologia è nata per trasferimenti di bitcoin, in particolare in quello dei trasferimenti di denaro e dei pagamenti”.
Molto sentite le parole dell’Avv. Antonio Catricalà, Presidente OAM: “É necessario che l’Europa recuperi il ritardo accumulato nell’information tecnology: negli ultimi 15 anni, tra il 2000 e il 2014, gli investimenti in prodotti connessi alle tecnologie delle informazioni e della comunicazione nell’Unione europea sono stati circa un terzo di quelli effettuati negli USA; nello stesso periodo gli investimenti delle imprese europee in ricerca e innovazione sono stati pari al 40% di quelli effettuati dalle imprese USA. L’ultimo pacchetto di misure varate ad aprile va nella direzione giusta ma deve essere tempestivamente attuato. E questo vale anche per gli interventi nazionali: il nostro Paese, in base all’“European Digital Progress Report 2016” si posiziona al 25° posto fra i 28 Stati membri dell’UE. Fortunatamente facciamo parte del gruppo di paesi che stanno recuperando il ritardo, e che nell’ultimo anno hanno compiuto progressi più rapidamente rispetto alla media.
L’intervento dell’On. Luigi Casero, Vice Ministro del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è avvenuto a conclusione di una giornata di vero confronto:“La digitalizzazione nell’ambito dei pagamenti è fondamentale per tre ordini di motivi: per prima cosa, comporterebbe maggior trasparenza, velocità, sicurezza. In secondo luogo, in un’ottica internazionale, la digitalizzazione è un parametro preso scrupolosamente in analisi dalle aziende straniere desiderose di investire nel nostro Paese. In ultima analisi, stiamo lavorando per lo sviluppo dello scontrino digitale, un sistema b2c privo di carta. Non spiegherò a voi tecnici del mestiere le evoluzioni del mercato, ma ritengo siano necessari degli interventi di stimolo per la diffusione: un’incentivazione di tipo fiscale ad esempio potrebbe essere un valido strumento. In definitiva, siamo uno dei paesi europei con la più alta diffusione di smartphone: dobbiamo impararne ad usare la tecnologia contenuta”.
Come ha avuto modo di ribadire il Presidente Pimpinella: “Il comparto dei pagamenti è l’architrave dell’economia digitale, la lingua comune del mondo operoso che ci circonda e di cui facciamo parte”.
Il Digital & Payment Summit si conferma essere non solo un momento di incontro, ma un vero e proprio incubatore di concretezza per escogitare soluzioni per un’Italia migliore.