Ormai non ci sono più dubbi: non è la componente tecnologica ciò che manca alle aziende italiane per fare il grande salto nella digital disruption. Sono più che altro alcune resistenze culturali a rallentare l’adozione di strumenti innovativi, specialmente in un contesto in cui la capacità di propagare l’entusiasmo per nuove forme di cooperazione e la volontà di condividere gli effettivi risultati di business che ne derivano sono alla base del successo di qualsiasi organizzazione. C’è però chi ha trovato il modo di indirizzare questa sfida, perseguendo due obiettivi con un unico approccio. Grazie agli hackathon – interni e a porte aperte – Vodafone sta infatti riuscendo a sviluppare una cultura digitale e dell’open innovation sia su ciascun livello della propria struttura, a tutto vantaggio dei servizi offerti ai consumatori, sia nei confronti dei clienti Enterprise, che guardano al provider non più come un semplice operatore, ma come una digital company in grado di catalizzare nuove competenze. Come? Facendo leva sull’ecosistema dei partner, tra cui spiccano diverse startup, e sull’esperienza maturata nella costruzione di un customer journey in perenne evoluzione.
Sono quattro i Vodafone Hackdays svolti finora. A questi si aggiungono sul fronte Consumer una maratona di 24 ore che ad aprile 2015 ha permesso di sviluppare sulla mobile app My Vodafone la nuova sezione “Costi e Traffico” (rilasciata a ottobre) e un’altra iniziativa, dello scorso marzo, durante la quale è stato concepito “Vee”, un avatar che aggiorna il cliente sulle attività disponibili e sul consumo di dati. L’ultimo Hackday si è invece tenuto il 9 maggio e ha fatto incontrare Apparound (partner strategico di Vodafone specializzato nella Digital Content Distribution e nel Configure-Price-Quote) con una ventina di organizzazioni provenienti dagli ambiti assicurativo e dell’autonoleggio interessate a rendere più efficiente e appagante la user experience dei propri clienti.
“Il confronto ha messo in luce uno dei nostri principali obiettivi”, spiega a CorCom Filippo De Vita, Corporate Digital Services Manager di Vodafone Italia, “ovvero la capacità di predisporre per le imprese non solo un’offerta tecnologica, ma una vera trasformazione metodologica nella creazione e nella gestione di servizi nuovi. I partecipanti si immergono nei processi di sviluppo delle app, lungo un percorso di co-creazione al termine del quale tornano in ufficio con in mano una soluzione pronta all’uso e in testa un’esperienza da condividere con i colleghi. Riusciamo così a trasferire un messaggio fondamentale: la vera digital transformation non passa semplicemente dall’outsourcing, ma richiede l’integrazione di nuovi talenti. Che si tratti di nativi digitali esperti in programmazione o di risorse che personalizzano in modalità drag & drop – ovvero in tre semplici azioni – gli applicativi necessari a svolgere determinati task, stiamo dimostrando alle aziende che sono sufficienti una piccola spinta e la volontà di sporcarsi un po’ le mani con la tecnologia per raggiungere risultati straordinari”.
Naturalmente il format non avvantaggia solo le imprese: così come Vodafone ha la possibilità di ingaggiare i propri clienti su nuovi contratti di servizio, i partner che mettono a disposizione le proprie piattaforme durante gli hackathon riescono a comprendere meglio le reali esigenze di business degli utenti finali. “Abbiamo per esempio capito quanto sia prezioso il fatto tempo durante le pratiche di prenotazione on line di un servizio di autonoleggio”, dice Gianluca Cagiano, CEO di Apparound. “Ridurre al massimo le attese nella risposta, aumentando al tempo stesso la quantità e la qualità delle informazioni contestualizzandole nei messaggi di conferma, agevola notevolmente le attività di upselling. In questo modo il cliente non viene tormentato da proposte inutili, ma riceve il consiglio giusto al momento giusto, in base ai propri specifici bisogni”. Il prossimo appuntamento con l’Hackday è previsto per luglio, quando si affronterà un altro dei settori su cui Vodafone sta puntando risorse e tecnologie: la smart home.