Si stringe sulla fatturazione elettronica tra privati. Il Gruppo Cmt ha annunciato dato il via al progetto di sperimentazione sulla fatturazione elettronica tra privati, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. I test, che termineranno a ottobre, hanno l’obiettivo di risolvere le eventuali criticità presenti nel sistema di interscambio (SDI), al fine di offrire a imprese, artigiani e professionisti un servizio fruibile. “All’interno delle imprese, soprattutto Pmi, c’è una oggettiva difficoltà ad innovare i propri processi, basti pensare che gli ultimi dati dell’Osservatorio sulla fatturazione elettronica B2B registrano un valore di fatture in formato digitale pari a poco meno del 10% degli scambi complessivi – spiega Luigi Caruso, presidente del Gruppo Cmt – Per questo è necessario fornire soluzioni in grado di aiutare le imprese nel passaggio dalla carta al digitale”.
In autunno partirà la fattura elettronica – non obbligatoria – tra le imprese. Ma la situazione di partenza non è delle migliori. Secondo l’Osservatorio Fatturazione elettronica e dematerializzazione della School of management del Politecnico di Milano, il grado di digitalizzazione delle imprese italiane appare ancora limitato, senza un percorso di innovazione organico e ragionato: l’eCommerce B2b nel 2015 vale solo 260 miliardi di euro, appena il 10% del totale degli scambi tra le imprese, che sono pari a circa 2.700 miliardi l’anno.
Eppure, le transazioni B2b attraverso strumenti digitali (come portali di vendite online, marketplace o eBusiness) potrebbero costituire una leva strategica per la competitività, con benefici potenziali per il sistema economico di almeno 60 miliardi di euro grazie ad un’adozione diffusa delle soluzioni di Integrazione del Ciclo dell’Ordine, a cui aggiungere il miglioramento dei livelli di servizio e la riduzione del capitale circolante.
Nel 2015 sono state inviate circa 80 milioni di fatture elettroniche tra le organizzazioni (22 milioni recapitate dalle imprese alle PA e 55 milioni inviate tra le imprese tramite EDI e Portali B2b), appena il 6% di tutte quelle scambiate in Italia (1,3 miliardi). E oltre un anno dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di Fatturazione Elettronica verso la PA è debole l’effetto “contagio” auspicato: la maggior parte delle imprese si è limitata a trovare una soluzione per assolvere alla normativa cogente, solo il 17% ha colto l’occasione per re-ingegnerizzare i propri processi in chiave digitale.