Potrebbe essere sottoposta al presidente della Repubblica già in
queste ore la proposta per la nomina di Paolo Romani a ministro
dello Sviluppo economico. Il procedimento potrebbe scattare già
con il consiglio dei ministri previsto per oggi (l’ordine del
giorno prevede l’esame di una serie di disposizioni per adeguare
il diritto interno a una decisione europea in materia di
giustizia), ma è sul via libera da parte del Colle che risiedono i
nodi principali. Soprattutto in questa ore di bufera scatenate
dall’intervento a Mirabello del presidente della Camera
Gianfranco Fini e dal pressing del Pdl per le sue dimissioni.
Pur non essendo stato fatto finora nessun passo ufficiale, il nome
di Romani aleggia da tempo. Già a fine luglio era stato
informalmente indicato alla successione di Scajola, ma dal Colle –
altrettanto informalmente – era stato eccepito sul curriculum del
viceministro, troppo esplicitamente legato al mondo della
televisione e dunque esposto a un possibile conflitto di interesse
per il ministero che dovrà decidere in tempi stretti sulle
frequenze televisive.
E anche se ieri una nota di Berlusconi ha tentato di fare chiarezza
sul tema (“Nella mia veste di presidente del Consiglio non ho mai
proposto finora candidati al Capo dello Stato”) dal Colle è
stato fatto presente che le perplessità espresse prima di agosto
non erano state superate.