“Pizza Connection”, nel mirino i software dei tribunali

La Procura di Roma indaga su una presunta “cricca” che mirava a controllare i sistemi informatici giudiziari allo scopo di controllare la fase delle indagini preliminari. Al centro dell’inchiesta il faccendierie Raffaele Pizza

Pubblicato il 06 Lug 2016

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Volevano controllare gli appalti per la gestione dei software delle procure e dei tribunali italiani col presunto scopo di “guardare la fase delle indagini preliminari”. Erano queste le intenzioni della “cricca” che aveva a capo Raffaele Pizza, il presunto “faccendiere” agli arresti con altre 24 persone da martedì scorso, e sulle quali sta indagando la Procura di Roma.

L’incartamento giudiziario ha svelato un presunto “sistema”: nei confronti di arrestati e indagati sono ipotizzati i reati di associazione per delinquere, corruzione, frode fiscale, truffa aggravata ai danni di enti pubblici, corruzione, falsa fatturazione, traffico di influenze illecite, ricettazione e finanziamento illecito.

Come si legge dai documenti dell’indagine – a capo delle operazioni ci sono il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Stefano Rocco Fava – si è fatta luce su “sistema” clientelare basato sulla “corruzione”, utilizzata per “veicolare a proprio vantaggio gli appalti con Inps, Inail, ministero dell’Istruzione, ministero della Giustizia, Poste Italiane e Consip”. Secondo gli inquirenti ci sarebbero state movimentazioni illecite di denaro per 12,8 milioni di euro, dei quali 5,5 milioni potrebbero essere recuperati dalle operazioni degli inquirenti.


Il capitolo dell’inchiesta tutto da chiarire riguarda le mire degli imprenditori Danilo Lucangeli, socio di maggioranza e legale rappresentante di Skymedia srl e Skymedia International srl e Gianni Nastri, rappresentante di Siline spa. Entrambi si sarebbero rivolti a Pizza in quanto interessati a portare a termine il progetto, già in itinere, di implementare il Tiap (sistema informatico utilizzato da tribunali e procure. In tale contesto – si legge negli atti – affiora la sfera di influenza del Pizza, quale promotore, per conto dei citati imprenditori, di attività di lobbying. Nel corso delle intercettazioni emerge anche un presunto interessamento al progetto da parte del politico Ernesto Carbone, esponente della segreteria nazionale del Partito democratico, il quale, secondo quanto afferma Lucangeli, si sarebbe interessato al progetto Tiap verificandone la validità presso la Procura della Repubblica di Roma. Lucangelli spiega a Pizza che abbiamo uh po’ di relazioni…poi il dottore…i soggetti da andare a sentire sono il ministro Orlando e il Csm, che può dare un suo indirizzo. Abbiamo relazioni con Guglielmo, ossia con il ministro. Pizza risponde: “Con il vice del Csm non c’è problema”.

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