All’evento “Giovani, Innovazione, Crescita – Obiettivo n. 8” organizzato da Ericsson oggi presso il Senato della Repubblica, non poteva manca naturalmente il Presidente e Ceo del gruppo svedese Hans Vestberg, che ha parlato anche come board member della UN Foundation citando i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e il vasto cambiamento tecnologico in corso oggi basato sui tre elementi cardine di mobilità, banda larga e cloud.
Sono questi i tre abilitatori che stanno dando vita a quella che il Ceo di Ericsson non ha esitato a definire la “quinta rivoluzione tecnologica”, imprimendole un’accelerazione senza precedenti perché, assicura Vestberg, se i cambiamenti tecnologici ci sono sembrati veloci negli ultimi anni, non sono niente in confronto a quello che succederà nel futuro: “Le trasformazioni cui siamo andati incontro ci sembreranno lente quando vedremo le innovazioni che prenderanno vita nei prossimi cinque anni”.
Tanto per cominciare, entro il 2021 si connetteranno alla rete mobile altri 2,5 miliardi di persone, raddoppiando la cifra attuale e portando il totale dei mobile subscribers mondiali a 5 miliardi. Molti saranno giovani che non hanno conosciuto altri device hitech se non quelli connessi. E’ vero, ci saranno ancora molte persone (1,7 miliardi) che non accedono a Internet, non perché non coperte da rete mobile ma perché non in grado di acquistare un telefono o prive di accesso alla rete elettrica, che di fatto, tra cinque anni, sarà meno capillare della rete mobile.
Eppure quei 2,5 miliardi di utenti mobili in più sono pronti a rivoluzionare il mondo, con innovazioni, servizi, contenuti, modelli di business. L’Africa, solo per fare un esempio, passerà da 70 milioni a 700 milioni di utenti su mobile. Aziende disruptive come Airbnb e Uber saranno all’ordine del giorno, si moltiplicheranno, preannuncia Vestberg. E’ la rivoluzione della Networked society, in cui i telefonini sono usati pochissimo per telefonare e moltissimo per ogni altra attività, quelle in cui l’Ict è il cuore pulsante.
“L’Ict è il motore di ogni settore della vita economica e sociale”, ribadisce Vestberg: non ci potranno essere trasporti, energia, sicurezza, servizi pubblici, sanità, scuole, industrie degni del futuro senza le tecnologie di mobilità, banda larga e cloud, tutti i settori produttivi saranno impattati dall‘Ict. E anche la società ne sarà trasformata, perché Ict vuol dire abbassare le barriere di ingresso ai mercati e ai servizi, far entrare tutti nella competizione e soprattutto garantire uguali opportunità di benessere e sviluppo.
E se da un lato la tecnologia mette a rischio tanti posti di lavoro di vecchia generazione, dall’altro ne crea innumerevoli di nuovi: Vestberg svela che ogni connessione in banda larga ha un effetto moltiplicatore e virtuoso che si traduce in 80 posti di lavoro creati e che, se nel 2030 in Europa il 90% dei lavori dovrà prevedere competenze hitech, questa è un’opportunità prima ancora che un rischio.
L’importante è che in questo cammino verso i 17 obiettivi delle Nazioni Unite, in cui il n.8 di cui si è parlato in questa giornata organizzata da Ericsson si concentra su giovani e innovazione, si proceda in sinergia tra attori del pubblico e del privato: gli operatori e le aziende Ict, che mettono in campo grandi investimenti e tecnologie, e al tempo stesso i governi, che pure stanziano finanziamenti e competenze, devono lavorare insieme per rendere reale e fruibile per tutti questa grande rivoluzione digitale.