“La questione industriale resti al centro dell’agenda del Paese”. E’ il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, a ribadire la centralità e la necessità di una vera politica industriale sopratutto alla luce della quarta rivoluzione industriale in arrivo, di quell’industria 4.0 che da qui a breve investirà anche l’Italia.
“Industria 4.0 non è solo una questione tecnologica ma anche culturale e sopratutto dimensionale che pone la questione sul ruolo delle imprese, su cosa devono fare al loro interno e su quale politica economica dobbiamo immaginare e quale industria dobbiamo costruire”, ha spiegato in occasione della presentazione dei risultati dell’indagine conoscitiva della Camera si Industria 4.0
“L’Italia può e deve cavalcare la quarta rivoluzione industriale”, ha detto ancora prevedendo per l’Italia la possibilità e la necessità di “diventare la boutique dell’industria del mondo: prodotti sempre più personalizzati in chiave industriale, che è la forza di questo Paese”. In una parola: “prodotti sartoriali con una qualità artigianale elevata senza perdere la dimensione industriale”.
Un obiettivo che dovrà passare necessariamente non solo da una crescita dimensionale delle aziende, “non siamo contro i piccoli ma dobbiamo crescere”, sopratutto da “un recupero della competitività reso ormai necessario dall’intenzione della Gran Bretagna di ridurre le tasse e dal gap competitivo che registriamo con la Germania”. Per arrivare a questo ha concluso Boccia, “serve avviare una stagione di corresposnabilità: basta tirarsi la palla uno contro l’altro, dobbiamo essere esemplari e coerenti. In una parola fare la classe dirigente ed avere prima che una industria 4.0, una testa 4.0”.
Intanto il governo sta accelerando. Ancora oggi alla Camera, il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda ha annunciato che il governo si sta “orientando verso un grande piano di investimento su Industria 4.0 in finanziaria”.
Calenda ha inoltre detto che per la prima settimana di agosto ci sarà la presentazione delle prime misure allo studio del Governo precisando che comunque l’Esecutivo sarà “selettivo” sulle iniziative da sostenere. Un piano che sarà coordinato da una Cabina di Regia, che sarà costituita la prossima settimana, gestita in un primo momento tra governo e imprese e che solo in un secondo tempo vedrà l’apporto delle Regioni.
L’indagine presentata oggi suggerisce al governo di intervenire in cinque punti con la premessa che dalle esperienze internazionali già avviate si possono trarre spunti utili ma non modelli da copiare.
La commissione suggerisce al primo punto la creazione di una cabina di regia coordinata dal Governo e dal Mise, che coinvolga il Miur, il Mef, gli enti locali, il mondo imprenditoriale e quello della ricerca universitaria e dei sindacati.
Al secondo posto tra le priorità fissate dalla commissione c’è la banda ultralarga: è necessario mettere in pratica al più presto il piano de governo, se possibile puntando a servire al meglio le aree industriali. A seguire la necessità della creazione di nuove competenze digitali, coinvolgendo le scuole ma anche i lavoratori delle piccole e microimprese e il management intermedio.
La quarta proposta è di migliorare l’interazione tra le aziende e i centri di ricerca pubblici, prendendo spunto da quanto avviene negli Stati Uniti e in Uk. Infine gli standard tecnologici: nel momento in cui ogni paese sta facendo il possibile per imporre i propri, l’Italia dovrà fare tutto il possibile per tutelare il made in Italy anche in questo settore.