Sulla banda 700 “non siamo all’anno zero”. Parola del sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che sulle frequenze tv che dovranno essere liberate per fare spazio alla larga banda mobile spiega che il governo “espliciterà presto una road map a cui stiamo lavorando soprattutto con la Francia”. Lo ha detto nel corso dell’assemblea di Confindustria Radio e Tv.
Il sottosegretario spiega che “sulla banda 700 abbiamo scritto al governo francese per sintonizzare le frequenze di confine” senza contare che già altre azioni sono state intraprese. “Sulla banda 700 – ha detto nel suo intervento all’Assemblea –
garantiremo che né gli operatori né i cittadini abbiano ripercussioni negative da quello che è un processo europeo”.
La questione frequenze è stata sollevata dal presidente di Confindustria radio-Tv, Franco Siddi, secondo cui serve subito “predisporre un nuovo piano delle frequenze”. L’Associazione chiede “larghezza dì banda sufficiente per il periodo di simulcast e per investire su nuovi contenuti e servizi fra cui l’alta e ultra alta definizione”. Crtv “offre la piena disponibilità a collaborare” ma lo Stato deve “fare la sua parte: chiediamo che siano affrontati tempestivamente i nodi organizzativi e di programmazione con logiche e tempi industriali”.
Quanto al mercato audiovisivo “il tax credit non è il punto finale – ha sottolineato Giacomelli -, interverremo anche su quote e diritti, ma c’è un protagonismo dei soggetti del mercato su cui la politica non può intervenire: siamo sicuri che come sistema Italia siamo al massimo nell’export di prodotto audiovisivo italiano? O c’è qualcuno che ancora si illude che i confini nazionali siano le colonne d‘Ercole del proprio business televisivo?”.
“Nei media italiani sono successe più cose negli ultimi due anni che negli ultimi 20 e il governo ha fatto la propria parte – ha aggiunto Giacomelli -. Non ho una visione dirigista: il governo deve creare la cornice perché si sviluppi il mercato e creare parità di condizioni, come abbiamo fatto sulla banda ultralarga perché l’accesso a Internet è il moderno servizio universale. Il level playing field è ormai una formula magica, basta citarlo nei convegni per sentirsi a posto, ma non è compito di Google quello di armonizzare il livello fiscale europeo e non è compito degli Over the top creare gli Stati Uniti d’Europa. Le regole non sono sufficienti, la sfida riguarda i protagonisti del mercato ed è quella della centralitá del prodotto audiovisivo italiano. E’ indifferente chi è il soggetto che produce contenuti? Non sono un fan dell’italianitá come il Fazio non televisivo, ma è giusto che il tax credit pagato dai cittadini premi soggetti internazionali?”.