Che l’annuncio del prossimo sbarco in Italia da parte della francese Iliad non sia stato accolto con favore da Fastweb non è un mistero. Ma che “fine” farà la società capitanata da Alberto Calcagno è di sicuro un bel rompicapo. Interessata sin da subito ad acquisire gli asset (torri e frequenze) di cui Wind e 3 dovranno necessariamente liberarsi per non incorrere nello stop al progetto di fusione da parte della Commissione Ue, Fastweb è stata surclassata dalla società che in Francia detiene Free, l’operatore mobile che nel giro di pochissimo tempo ha scosso il mercato delle Tlc d’Oltralpe scalandolo a suon di clienti e quote di mercato.
Con un nuovo tesoretto di torri e frequenze Fastweb avrebbe potuto rafforzare il suo patrimonio infrastrutturale e, di conseguenza, rafforzare la propria posizione su un mercato che stando a pochi giorni fa sembrava destinato a vedere competere sul campo tre operatori mobili e non più quattro. Ma la decisione da parte di Vimpelcom e Hutchison Whampoa di cedere gli asset “ridondanti” a Iliad ha sparigliato nuovamente le carte. A farne le spese a caldo è stata Telecom Italia che appare sempre più “schiacciata” all’angolo: il titolo è letteralmente tracollato anche perché Xavier Niel, il patron di Iliad si appresta a chiudere la sua posizione in Telecom e la stessa Jp Morgan pare sia già abbondantemente uscita di scena cedendo azioni per circa il 5%. Ma è su Fastweb che, a freddo, la vicenda Iliad potrebbe impattare maggiormente. La compagnia ha già chiesto alla Commissione Ue di sottoporre a consultazione la proposta di Iliad affinché siano verificate le prospettive di investimenti e sviluppo nel nostro Paese. Ma il punto vero è un altro. Il punto è che fra i possibili investimenti futuri, ma neanche troppo, che potrebbero vedere protagonista la compagnia francese non è da escludersi proprio un investimento in Fastweb.
Si stanno infatti rialzando le quotazioni dell’azienda in qualità di papabile “preda”, tema che ha tenuto banco a fasi alterne fino a prima che si ufficializzasse il progetto di liaison Wind-3. A contendersi il “bocconino” potrebbero essere Iliad e Vodafone: sul matrimonio con la compagnia guidata da Aldo Bisio si è speculato a lungo, ma ora l’idea potrebbe essere più vicina al compimento. L’ingresso di Iliad sul mercato italiano di sicuro non piace a nessuno degli operatori attivi sul mercato e proprio Vodafone potrebbe cercare a questo punto un rafforzamento sull’asset fisso andando a far convergere il proprio interesse su Fastweb. Secondo Kepler Cheuvreux, tutti gli operatori più “piccoli”, quindi Fastweb inclusa si troveranno a dover competere fortemente e in maniera sempre più aggressiva sui prezzi. “E Fastweb potrebbe cercare una fusione con Vodafone”, ipotizzano dalla banca d’affari. Ma in quanto ad aggressività dei prezzi nessuno ne sa quanto Iliad, che potrebbe a sua volta puntare su Fastweb per trovare in Italia quello spazio che non le sarà facile conquistare nel nostro Paese dove la concorrenza sui prezzi è già parecchio agguerrita e che con la fusione Wind-3 avrebbe dovuto far prendere una boccata di ossigeno a tutti i contendenti. Ma a quanto pare così non sarà e il prezzo rischia di diventare la variabile numero uno sul mercato italiano. Attenzione all’effetto boomerang però: dove troveranno i soldi per nuovi investimenti gli operatori se dovranno continuare a farsi le scarpe sulle tariffe?