L’Italia diventa più trasparente. Oggi decolla il Piano d’azione per l’open gov: sul sito www.open.gov.it reperibili le 30 azioni chiave del programma. Tre gli ambiti di azione: trasparenza e open data, partecipazione e accountability (obblighi di informazione per gli amministratori/possibilità per i cittadini di sanzionarli), cittadinanza digitale e innovazione.
Il piano fa parte delle riforme volute dal ministro Marianna Madia che coinvolgono PA centrali e locali. Ci sono i ministeri (il Mit per i piani relativi a trasporti e opere pubbliche, la Giustizia, il Mef che vuol usare i social network per aumentare la trasparenza), l’Autorità anticorruzione (che vigilerà sul Foia), l’Agenzia Italia digitale, Regioni e comuni.
Vediamo gli ambiti di applicazione.
FOIA. Dopo il varo del Freedom of information act ora si passa alla fase di attuazione e monitoraggio. L’Autorità nazionale anticorruzione ed il Dipartimento della funzione pubblica, assieme al Garante per la protezione dei dati personali e la Conferenza unificata, puntano ad assicurare la regolare attuazione dell’accesso civico generalizzato agli atti e ai documenti detenuti dalla pubblica amministrazione e soprattutto a monitorare la sua uniforme applicazione da parte dei diversi uffici. Si vuole evitare che l’attuazione venga ostacolata da prassi amministrative conservative o da difficoltà interpretative sulle restrizioni al diritto di accesso. Il monitoraggio ha l’obiettivo di verificare l’impatto dell’accesso civico ai dati e valutare, ove necessario, successive interventi normativi.
GIUSTIZIA. Nell’ambito del piano di open gov il ministero della Giustizia si impegna ad aggiornare le schede-trasparenza delle 200 carceri pubblicate sul sito www.giustizia.it e abbreviare i tempi di risposta alle richieste dei detenuti. Già oggi le schede-trasparenza consentono un accesso immediato alle informazioni su organizzazione, attività e servizi presenti in ciascun istituto, comprese tutte quelle regole, anche le più dettagliate, che in molti casi sono specifiche di ogni struttura. Vengono forniti orari e modalità dei colloqui, i generi alimentari e di vestiario che possono essere portati ai reclusi, le indicazioni su come comunicare coi detenuti e tutte le informazioni sulle attività riguardanti scuola, lavoro e formazione.
TRASPORTI. Dati e informazioni sul settore raccolti in un’unica piattaforma aperta: è l’obiettivo del progetto “Open Trasporti”, azione messa in campo dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, assieme all’Anci (Comuni) e all’Enac (l’Ente nazionale per l’aviazione civile), coinvolgendo anche Trenitalia, i gestori aeroportuali, le cooperative di taxi ed i gestori dei servizi di trasporto locale. Si punta a sviluppare nuovi strumenti di e-government a disposizione di amministrazione e cittadini, per migliorare il settore della mobilità e dei trasporti, mettendo al centro i passeggeri e le merci”. In particolare ci si concentrerà sulla raccolta di dati aperti riguardanti il parco circolante di ogni tipo di mezzo di trasporto, le emissioni inquinanti divise per categoria di mezzo, statistiche sull’anagrafe dei conducenti, sui dati di dettagli sulle incidentalità nei diversi modi di trasporto, e ancora dati sulle licenze di taxi ed Ncc, sulle linee di trasporto pubblico locale su autonoleggi e car sharing. Integrando le info il Mit fornirà un quadro aggiornato dello stato dei servizi. La piattaforma Open Trasporti diventerà un vero e proprio asset strategico nel settore della fornitura di servizi, servirà anche a sviluppare applicazioni in grado di integrare in tempo reale tutti i dati raccolti e verrà impiegata per produrre nuove forme di servizi di supporto alla mobilità ed ai trasporti. “Open trasporti” andrà a regime per gradi entro fine 2018: a settembre saranno resi open e fruibili tutti i dati disponibili, per poi sviluppare la piattaforma unica e l’infrastruttura necessaria a consentire gli aggiornamenti in tempo reale (novembre 2016), quindi da gennaio 2017 sulla banca dati del Mit scatterà l’aggiornamento automatico di tutti i dati messi a disposizione.
INFRASTRUTTURE. “Opere pubbliche 2.0” è il piano di azione messo in campo dal Mit assieme a 6 regioni (Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Basilicata e Puglia) per sviluppare nuovi strumenti di partecipazione per consentire alla collettività di suggerire gli investimenti in ambito opere pubbliche.