Pokemon Go è da oggi scaricabile dall’Apple Store e da Google Play anche in Italia, Spagna e Portogallo. Ma dal 6 luglio, giorno in cui il videogame prodotto da Nintendo è stato rilasciato per la prima volta, ha già registrato nel mondo un numero di download superiore a quello di Whatsapp, e ha consentito alla casa giapponese di fare un salto in borsa, dove il valore delle azioni del produttore di videogame è cresciuto del 90% negli ultimi 10 giorni, aumentando la capitalizzazione di oltre 10 miliardi di dollari.
Il gioco, che utilizza realtà aumentata e Gps, trasporta nella vita reale i personaggi della serie animata giapponese, e consiste nel dare la caccia attraverso lo smartphone ai mostriciattoli virtuali. Una volta individuati per la strada attraverso il telefonino, si deve lanciare verso di loro una “rete virtuale” per catturarli.
A nemmeno una settimana dal debutto negli Usa, il gioco ha già creato una mania incontrollabile, tanto da finire al centro di casi di cronaca: c’è ad esempio chi inseguendo i Pokemon ha trovato un cadavere reale e chi ha usato l’app per attirare i giocatori in luoghi appartati e derubarli. Tanto che sono immediatamente comparse zone off-limits per l’app con divieti specifici, come ad esempio ad Auschwitz o al Museo dell’Olocausto di Washington, per rispetto alle vittime della Shoah, o all’interno delle basi militari israeliane, per evitare distrazioni tra i soldati. E il clamore suscitato dal gioco ha anche causato un intervento della massima autorità islamica sunnita egiziana, che ha dichiarato il gioco blasfemo.
Al sicuro dalla “moda Pokemon Go” rimane per adesso la stazione spaziale internazionale: nessuno dei sei uomini a bordo dell’Iss ha infatti finora scaricato l’app di Nintendo, stando a quanto l’equipaggio ha risposto via TYwitter a chi aveva chiesto loro se dalle loro parti ci fossero mostriciattoli da catturare: “Sfortunatamente no – è stata la risposta – Ci sono gli smartphone, ma l’equipaggio può usarli solo per la ricerca sulla Stazione spaziale e non hanno internet”.
Ma al di là dell’aspetto ludico iniziano a emergere, soprattutto negli Stati Uniti, tra gli “early adopter” della nuova tendenza insieme ad Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito, le prime preoccupazioni sul versante della sicurezza. In America il gioco conta già su 21 milioni di utenti attivi, e le conseguenze si sono subito notate: dagli appelli nella metropolitana di New York a non cercare i mostriciattoli tra i binari, alle statistiche che arrivano dagli ospedali, che parlano di una moltiplicazione dei casi di persone che hanno subito incidenti mentre camminavano guardando lo smartphone.