Nel cloud computing Google si trova a giocare un ruolo cui il colosso della ricerca e della pubblicità online non è certo abituato: quello dell’inseguitore. Di gran lunga leader su questo mercato sono Amazon e Microsoft e la partita non è da poco, perché gli analisti concordano nel considerare il cloud la nuova generazione della business technology. Secondo Gartner, il settore produrrà un giro d’affari di 67 miliardi di dollari nel 2020, contro i 23 miliardi previsti per fine 2016.
“E’ l’insieme di big data, reti social e mobilità, e la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale, a trainare la crescita”, dice Gartner. “I server sono sempre più costruiti per questi colossi del cloud“.
Amazon Web Services, che ha introdotto il suo primo prodotto cloud dieci anni fa, domina il mercato. AWS fattura 2,6 miliardi di dollari, il 9% di tutte le vendite di Amazon, nel primo trimestre 2016; gli utili di AWS sono il 56% dell’utile operativo del gruppo. La proposta cloud di Microsoft ruota intorno ad Azure, il suo business per la nuvola nato nel 2010, e cresciuto del 100% l’anno scorso.
Google non può permettersi di restare indietro, anche se per ora sembra mordere la polvere. Il gruppo Alphabet, che riunisce tutte le attività di Mountain View, non rivela nemmeno i dati separati di Google Cloud Platform. Eppure Google possiede quella che è probabilmente la più grande rete di computer del mondo e spende quasi 10 miliardi di dollari l’anno per gestire i suo servizi, da Gmail a YouTube.
Google ovviamente non resta a guardare e ha appena annunciato una strategia in tre mosse con cui pensa di recuperare il terreno perduto e, chissà, prendersi la leadership (con tutte le conseguenze del caso, nota oggi il New York Times, perché Google è in grado di modificare profondamente i mercati che domina).
Prima novità, Big G offrirà ai clienti data center che risparmiano energia grazie all’intelligenza artificiale. Big G ha annunciato di aver usato l’AI per tagliare il consumo di elettricità del 15% nei suoi data center: potrà quindi praticare prezzi ancora più concorrenziali.
Secondo elemento, Google ha rilasciato pubblicamente i suoi strumenti per la trascrizione e l’analisi del linguaggio registrato per poter estrapolare sia il significato di un contenuto che il suo carico emotivo: insomma, se chi parla è contento o no. Che cosa ci potranno fare le aziende? Analizzare miliardi di minuti di chiamate al servizio clienti. Già alcune società lo hanno fatto e Google garantisce che il sistema funziona con 80 lingue diverse.
Infine, Big G ha spostato i suoi clienti Usa della West Coast dal data center in Iowa verso infrastrutture dell’Oregon. La rete di Google (“più grande di tutto Internet”, a detta dell’azienda) è capace di mandare l’equivalente di 375 ore di video in un secondo; lo spostamento dei clienti della costa occidentale americana significa che ora otterranno prestazioni ancora più veloci, in grado di servire necessità come la realtà virtuale o le interazioni instantanee con i clienti su reti mobili e sensori.
Reti super-veloci, prezzi più bassi e intelligenza artificiale: basterà a Google per rubare lo scettro a Amazon? Amazon ha il vantaggio di possedere un sistema con cui sviluppa centinaia di nuove feature ogni anno per il suo cloud; ha alcuni strumenti di intelligenza artificiale, ma non è così avanzata sulla traduzione e il riconoscimento vocale, nota Gartner. Quanto a Microsoft, il suo vantaggio è di avere prodotti con cui i clienti di tutto il mondo hanno enorme familiarità. Dalla parte sua Google può offrire alle imprese conoscenze accumulate in anni passati a “osservare” la navigazione Internet delle persone. “Ognuno ha dei punti di forza”, riconoscono gli analisti. Presto sapremo quali saranno decisivi.