LA NOTA

Vivendi al contrattacco: “Premium, il business plan non sta in piedi”

Le motivazioni della media company francese all'”uscita” dal piano originario. La replica di Mediaset: “Comunicazioni strumentali illegali a Borsa aperta. Avevate tutte le carte da marzo”

Pubblicato il 29 Lug 2016

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Vivendi “continua a sperare di poter raggiungere un accordo con Mediaset e rimane più che aperta al dialogo”. È quanto dichiara in una nota il gruppo francese, che intende chiarire come i disaccordi con Mediaset riguardano il business plan di Premium, piano che ha costituito la base per la decisione di Vivendi di siglare l’accordo lo scorso aprile. Il comunicato della media company francese arriva a poche ore dal cda del Gruppo di Cologno Monzese, che ha respinto l’accordo alternativo proposto da Bolloré aprendo la strada alle vie legali.

Secondo la valutazione di Vivendi, si legge ancora nella nota, il business plan, che prevede un break-even per Premium dal 2018, si basa su presupposti non realistici, come confermato da Deloitte nel suo report sulla due diligence a inizio giugno: “il business plan appare irraggiungibile e avrebbe bisogno di essere pesantemente rivisto al ribasso per essere realistico“.

La nota suona come una risposta alla lettera di Marina Berlusconi, presidente di Fininvest, pubblicata oggi dal Corriere con cui la numero uno del Gruppo di famiglia si è scagliata contro “il tentativo, nascondendosi dietro uno sbandierato progetto industriale, di garantirsi, in modo inaccettabilmente scorretto, una posizione di rilievo nell’azionariato di Mediaset”.

Pronta la replica di Mediaset, che annuncia altre cause legali: “La diffusione al mercato di considerazioni, come quelle contenute nel comunicato stampa odierno di Vivendi, di carattere totalmente soggettivo e strumentale che possono alterare il normale corso di Borsa del titolo Mediaset, in orario di contrattazione, sono contrarie alla normativa vigente”. Vivendi, prosegue Mediaset, “dovrà rispondere in sede civile e penale anche di questi danni”.

Rispetto ai contenuti, “il business plan di Mediaset Premium con le annesse assunzioni di base – che rientra nel novero delle documentazioni aziendali coperte da obblighi di riservatezza – era in possesso di Vivendi fin da inizio marzo 2016, oltre un mese prima della firma dell’accordo vincolante”.

Inoltre, conclude la compagnia italiana “l’analisi dei suoi contenuti da parte della società francese ha concorso in modo significativo alla definizione dei termini e delle condizioni del contratto firmato il successivo 8 aprile”.

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