LA GUERRA SUI CONTENUTI

Vivendi alza il tiro: “Non c’è solo Mediaset in Italia”

L’Ad de Puyfontaine: “Il progetto di creare un gruppo leader sui contenuti non dipende necessariamente dall’alleanza con il Biscione. Se dici che mi stai vendendo una Ferrari che però si rivela una Fiat Punto, ebbene questo è un problema”

Pubblicato il 01 Ago 2016

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Pensare che Vivendi punti a prendere il controllo di Mediaset è “totalmente erroneo”. Lo dichiara l’amministratore delegato, Arnaud de Puyfontaine, intervistato sia da Les Echos che dal Financial Times. “Certo – spiega – se Mediaset non fosse una buona azienda, non prevederemmo un futuro comune con Vivendi. Chi sa cosa succedera’ tra cinque o dieci anni? L’accordo previsto puo’ aiutare a conoscerci meglio. Ma dire che abbiamo strumentalizzato l’accordo per realizzare un obiettivo finale che sarebbe di prendere il controllo di Mediaset, lo rifiutiamo formalmente”.

Il manager rifiuta di commentare “l’esposizione giuridica” della societa’ francese, ma si dice “del tutto sereno. Vivendi è un gruppo che fa quello che dice e dice quello che fa. Al contrario, accusarci di ‘non onorare il contratto’ è inaccettabile. Le affermazioni contenute in alcuni comunicati di Mediaset sono diffamatorie e siamo pronti a sostenerlo davanti alla giustizia”.

In ogni caso, conclude de Puyfontaine, la diatriba non ferma il progetto di Vivendi di “creare un gruppo francese leader mondiale dei contenuti”. Su questo fronte, dice, “faremo di tutto per trovare una soluzione con Mediaset, ma non è una conditio sine qua non. Ci sono altri attori in Italia. Da maggio 2015 abbiamo iniziato un viaggio in Telecom Italia, che ci permette di avere un piede nelle infrastrutture e ci mette in una buona posizione strategica”.

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