Uber investe 500 milioni di dollari in un progetto di mappatura globale: un’iniziativa ambiziosa e costosa (ma la start up californiana ha miliardi di dollari in cassa raccolti dagli investitori) che serve al colosso del ride-sharing per liberarsi dala dipendenza dalle mappe di Google e per aprire letteralmente la strada alle sue iniziative sulle auto a guida autonoma, anche qui in concorrenza con Mountain View.
Il Financial Times riporta che Uber ha già spedito i suoi veicoli per scattare immagini per le strade in Stati Uniti e Messico. Le Uber cars per la mappatura delle vie arriveranno presto anche in altri paesi.
La crescita di Uber è stata finora alimentata in gran parte da hardware e software preesistenti – fondamentalmente smartphone e automobili; non a caso molti analisti si sono serviti della battuta “Uber offre un servizio auto senza possedere alcuna automobile”. Ma adesso la società di San Francisco vuole garantirsi crescita a lungo termine spendendo in ricerca e costruendosi qualcosa di “suo”, come il software per la navigazione su strada e parte della tecnologia per i veicoli autonomi.
Diffuso in oltre 60 paesi, il servizio di Uber ha totalizzato ad oggi oltre 2 miliardi di corse (oltre a moltre controversie). Nella maggior parte del mondo sono le Google Maps a servire la app di Uber. Anzi, Google è stata uno dei primi investitori di Uber, ma le due aziende non hanno mai collaborato e ora stanno sviluppando tecnologie concorrenti per le driverless cars. Uber l’anno scorso ha assunto uno dei maggiori esperti mondiali di mappe digitali, Brian McClendon, che aveva gestito la divisione Google Maps e lavorato al progetto Google Earth.
“Le mappe accurate sono la spina dorsale del nostro business”, ha indicato McClendon. “Uber ha bisogno di mappe su misura per il suo servizio: ecco perché raddoppiamo gli investimenti”. Questa accuratezza è fondamentale perché Uber deve andare a prelevare i clienti alla porta di casa o all’ingresso dell’ufficio e nei paesi emergenti le Google Maps e gli indirizzi non sempre sono precisi. In molti casi in questi paesi i conducenti di Uber devono prima telefonare al cliente e chiedere con esattezza dove si trova.
C’è da considerare anche che Google ha cominciato a chiedere tariffe più alte alle aziende che utilizzano le Google Maps, un motivo ulteriore per Uber per liberarsene e fare da sola. Uber ha già investito in questo settore con delle acquisizioni mirate, tra cui il team di imagery collection di Microsoft Bing, lo scorso giugno, e la società del mapping deCarta, l’anno scorso.