IL CASO

Delta: rientra l’allarme informatico, ma non è ancora finita

Risolto il blocco che ha causato la soppressione di centinaia di voli. Ma i ritardi accumulati nei vari scali sono ancora da smaltire. Oggi oltre 100 collegamenti soppressi e 200 rinviati

Pubblicato il 09 Ago 2016

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Ripritinati i sistemi informatici che ieri avevano lasciato “al buio” i terminali di Delta airlines in tutti gli scali del mondo. Ma prima che la situazione torni alla normalità per la compagnia aerea statunitense e per i suoi viaggiatori dovrà ancora passare qalche giorno. Anche oggi, ha avvertito la società, sono previsti ritardi e cancellazioni di voli: più di 100 collegamenti saranno soppressi e altri 200 ritardati.

Gli aerei della Delta Airlines avevano ripreso gradualmente ad alzarsi in volo ieri poco prima delle 15, dopo un blocco della flotta in tutto il mondo durato per tutta la mattinata. “L’interruzione dei voli della Delta è terminata e un numero limitato riprenderà dopo il blocco ad Atlanta che ha colpito il sistema informatico”, recitava un tweet della compagnia. I ritardi in tutto il mondo continueranno nelle prossime ore, avvertiva la società, che aveva assicurato di voler fare tutto il possibile per limitare i disagi dei viaggiatori.

Delta aveva preso la decisione di sospendere i voli dopo aver subito un black out ai propri sistemi informatici. “I nostri clienti – aveva spiegato la compagnia in un tweet per evitare il caos negli scali – dovrebbero controllare lo status dei loro voli prima di andare in aeroporto. Stiamo affrontando il problema”. Il tilt ha provocato il caos nei principali aeroporti internazionali, inclusi quelli di Fiumicino e Malpensa. Su scalal globale i voli della compagnia cancellati ieri sono stati circa 900, con disagi e contrattempi per migliaia di utenti.

A dare una lettura di come sia pootuto succedere un “blocco” di queste dimensioni è Andrea Zapparoli Manzoni, esperto di sicurezza informatica: “I budget sulla tecnologia continuano a diminuire e manca un piano B da attuare nelle emergenze – commenta – Abbiamo costruito in buona fede un meccanismo tecnologico meraviglioso ma quando un pezzo significativo viene a mancare si crea un effetto domino, un granello inceppa un meccanismo perfetto. Il problema – aggiunge – è che manca un piano B per una questione di economicità. I budget continuano a diminuire e le aziende risparmiano sempre di più sull’information technology. In casi come quello di Delta Airlines, bisognerebbe passare in tutto il mondo al check-in a mano. Ma oramai il personale delle aziende si è sempre più assottigliato e quello che c’è non è addestrato”.

“Dalle informazioni che circolano al momento quello di Delta Airlines non sembrerebbe un attacco hacker ma – conclude – viviamo in un clima di terrorismo e anche di rinnovata guerra fredda cyber. Ci sono capacità, intenzione e attitudine per portare a termine attacchi di questo tipo. Purtroppo anche in questo caso non c’è un piano B”.

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