Accelerare l’agenda digitale per accrescere la produttività futura, focalizzando l’attenzione su sviluppo della banda larga e diffusione del cloud computing. È quanto chiede l’Etno in una lettera inviata ai Capi di stato e di governo riuniti oggi in occasione del Consiglio d’Europa.
“La crescita della produttività è stata un driver fondamentale per i miglioramenti economici nel passato e giocherà un ruolo ancora maggiore negli anni di austerità che ci attendono – si legge nella missiva – Un recente rapporto ha sostenuto che l’Europa nel suo insieme ha bisogno di accelerare il suo tasso di crescita della produttività del 30%. Il mancato aumentare la produttività ridurrebbe infatti la competitività dell’Europa, la sua capacità di attrarre investimenti di capitale e di generare nuovi posti di lavoro”.
Aumentare la produttività non è, però, solo un imperativo economico, ma soprattutto un imperativo sociale e politico. “Un calo della produttività si tradurrà in una diminuzione del tenore di vita in tutta Europa – prosegue l’Etno –In questo contesto completare il mercato unico digitale entro il 2015 aggiungerebbe un ulteriore 4% al Pil europeo o 500 miliardi di euro entro il 2020”.
Per puntellare la sua tesi sulla necessità di spingere l’Ict, Etno ricorda alcuni numeri relativi alla diffusione del broadband: uno studio del 2009 ha dimostrato che la penetrazione della banda larga superiore del 10% in un anno è correlata con un aumento del 1,5% della produttività del lavoro per i successivi cinque anni e che i paesi dove la penetrazione è più alta hanno registrato una crescita superiore al 2% del Pil rispetto agli altri.
“Secondo uno studio della Banca Mondiale – sottolinea il documento – per ogni aumento di 10 punti percentuali in penetrazione di banda larga, nei paesi ad alto reddito, ci sarà una percentuale pari al 1,21% di spinta alla crescita del Pil”.
Stesso discorso per il cloud computing, altro driver fondamentale di crescita. Un recente rapporto del Centre for Economics and Business Research ha analizzato a livello economico l’impatto del cloud computing in cinque grandi economie dell’Ue: Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito.
“Lo studio ha rilevato che il cloud potrebbe migliorare l’efficienza di un dipendente del 2,1% – Inoltre una diffusa adozione del cloud computing genererebbe 763 miliardi di cumulo dei benefici economici tra il 2010 e il 2015”.
“Molto lavoro c’è da fare – ammette l’Etno – Da parte nostra siamo impegnati a lavorare in collaborazione per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale europea. I governi degli Stati membri e le istituzioni Ue possono svolgere la loro parte, promuovendo un equilibrato contesto normativo. Il clima degli investimenti per le nuovi reti a banda larga deve migliorare per incoraggiare quelli dei privato in un settore, come quello delle comunicazioni, in grado di guidare la produttività in Europa e stimolare una nuova ondata di innovazione nei servizi”.