SICUREZZA

Volkswagen ancora nei guai, milioni di auto a rischio hacker

Un team di ricercatori mette a segno un attacco hacker e clona le chiavi digitali di 100 milioni di modelli. Colpa della master key crittografica comune a tanti modelli. Ma anche i sistemi di altre case automobilistiche sono in pericolo

Pubblicato il 12 Ago 2016

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Allarme sicurezza per le automobili Volkswagen: quasi 100 milioni di veicoli venduti dal gruppo tedesco dal 1995 potrebbero essere violati da remoto dagli hacker, come ha dimostrato una ricerca condotta da team della University of Birmingham e della società di security tedesca Kasper & Oswald. Sotto accusa il sistema di apertura keyless, non di per sé ma perché la crittografia usata da Volkswagen non è sufficientemente sicura e ha permesso ai ricercatori di clonare le chiavi digitali.

Il problema colpisce una serie di modelli realizzati tra 1995 e 2016, anche dei marchi Audi, Seat e Skoda che appartengono al gruppo tedesco. Volkswagen ha prontamente indicato che sta lavorando con i ricercatori e ha aggiunto che ci sono moltissimi dei veicoli di nuova produzione che non sono interessati dalla falla di sicurezza.

Il team in Gran Bretagna ha dimostrato che è possibile per un hacker catturare con un ricevitore di onde radio i segnali delle chiavi digitali per poi clonare le chiavi stesse e aprire le automobili. Basta una radio con un software apposito connessa a un computer portatile, oppure una scheda Arduino con un ricevitore radio, il tutto per un costo di 40 dollari. Costruire un telecomando clone sarebbe quasi un gioco da ragazzi.

Certo, prima i ricercatori hanno usato la tecnica del reverse-engineering per ottenere la chiave crittografica maestra che è comune a tutte le auto del gruppo Volkswagen – una volta noto il valore di quella chiave, con la radio si intercetta un altro valore specifico del singolo veicolo e poi si deducono le altre due chiavi e si clona il telecomando per aprire le portiere. Prima di pubblicare la ricerca, il team di esperti ha contattato la Volkswagen e ha acconsentito a tenere riservate parte delle informazioni sulle chiavi di cifratura, in particolare quelle sulla chiave comune a diversi modelli; inoltre le chiavi sono conservate in diverse componenti interne del sistema di sicurezza Volkswagen e i ricercatori non hanno svelato quali siano queste componenti.

Ciononostante, Flavio Garcia, che ha guidato il team dell’università di Birmingham, sottolinea la relativita facilità dell’azione di hacking, mentre Timo Kasper di Kasper & Oswald ammette: “Siamo rimasti scioccati: milioni di chiavi che usano le stesse informazioni cifrate; dal punto di vista crittografico è una catastrofe”.

I ricercatori hanno confermato di essere in contatto con la Volkswagen e garantiscono che è in corso uno scambio positivo per approfondire le questioni di sicurezza; inoltre, poiché non sono stati svelati tutti gli elementi dell’hacking portato a termine con successo in sede accademica, ribadiscono che occorrono pirati informatici particolarmente esperti e capaci per sfruttare nel mondo reale le vulnerabilità del sistema keyless.

I recenti modelli, tra cui VW Golf7, con il sistema di apertura e chiusura keyless sono immuni a questa vulnerabilità perché hanno tutti chiavi uniche, non ci sono chiavi condivise.

Al tempo stesso, nessuna casa automobilistica può abbassare la guardia: in un secondo studio, frutto di una seconda dimostrazione, l’università di Birmingham e la Kasper & Oswald hanno scoperto “almeno dieci ulteriori sistemi di hacking molto diffusi” cui i veicoli di altre case automobilistiche sono vulnerabili. I ricercatori sono riusciti ad attaccare un meccanismo di crittografia chiamato HiTag2, usato da milioni di veicoli in tutto il mondo nonostante sia vecchio di molti anni. Qui bastano una radio e un computer per estrarre le chiavi crittografiche. Il produttore di chip che ha installato in passato il sistema HiTag2 ha replicato ricordando che a partire dal 2009 questo meccanismo è stato gradualmente sostituito con sistemi più sicuri e che oggi, teoricamente, nessun prodotto nuovo lo usa più.

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