IL CASO

Insulti e minacce online, Scotland Yard crea un’unità contro i trolls

La polizia britannica investirà 1,7 milioni di sterline per stroncare il fenomeno sui social network. I critici: “Si rischia di limitare la libertà d’espressione”

Pubblicato il 16 Ago 2016

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Una squadra di investigatori della polizia metropolitana di Londra specializzati nel seguire le tracce e identificare i troll, le persone cioè che attraverso profili falsi utilizzano i social network per prendere di mira e insultare altri utenti. A mettere in piedi la struttura nel Regno Unito sarà Scotland Yard, che secondo quanto trapelato sui media britannici ha in programma di investire 1,7 milioni di sterline (circa 2 milioni di euro) su questo progetto, per formare il personale e acquistare la attrezzature necessarie. 450mila sterline saranno trasferite all’Online Hate Crime Hub dal ministero dell’Interno, mentre altri fondi proverranno dalla municipalità di Londra guidata dal sindaco Sadiq Khan.

La polizia d’oltremanica, che aveva già preso in passato altre misure per contrastare i cosiddetti “crimini d’odio”, ha deciso di creare questa struttura investigativa dopo l’allarme che si è creato nel paese in seguito a casi di cronaca in cui gli adolescenti presi di mira con abusi verbali e minacce online sono arrivati fino al suicidio a causa delle vessazioni subite. Scotland Yard ha così dato vita a una strategia di tolleranza zero, soprattutto dopo che i dati statistici hanno mostrato un netto aumento di questo genere di reati, ai danni in special modo di minoranze etniche, omosessuali, transgender, disabili e donne ma anche ai danni del comune cittadino. Particolare cura, secondo le informazioni che iniziano a trapelare sulla nuova unità, sarà dedicata anche ai commentatori delle pagine dei quotidiani online, che spesso ospitano minacce, intimidazioni, diffamazioni e abusi di ogni genere.

L’unità, spiega il Mail on Sunday, è guidata da cinque detective ma conta soprattutto su un “esercito di volontari” che segnaleranno i commenti inappropriati che notano su Facebook e Twitter. Saranno poi le autorità a valutare se è stato compiuto qualche reato e se ci sono gli estremi per una incriminazione. La scelta di creare questa unità arriva dopo il preoccupante aumento di casi di razzismo e abusi sessisti perpetrati sui social media, e dopo le recenti minacce di morte rivolte ad alcuni deputati britannici.

Ma l’iniziativa ha suscitato anche dubbi e polemiche, in quanto è già successo che la polizia sia intervenuta arrestando chi semplicemente voleva fare una battuta. Per i critici quindi il rischio è che venga limitata fortemente la libertà di espressione. ”Vogliamo più agenti che pattugliano le strade e non la polizia del pensiero”, ha detto il leader libdem Tim Farron.

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