RIORGANIZZAZIONE

Cisco taglia meno del previsto, via 5.500 dipendenti

Forza lavoro ridotta del 7%, l’azienda punta a ottimizzare i costi in aree a bassa crescita. Focus su cloud, data center e Iot. Trimestrale migliore delle attese, l’Ad Chuck Robbins: “Più innovazione rispetto a quanto fatto finora”

Pubblicato il 18 Ago 2016

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Il nuovo anno fiscale per Cisco inizia all’insegna degli esuberi. Il produttore di attrezzature di rete ieri ne ha annunciati 5.500, pari al 7% della forza lavoro complessiva. La notizia è arrivata congiuntamente ai conti del quarto trimestre fiscale del 2016, migliori delle attese degli analisti. I tagli – che provocheranno oneri complessivi per 700 milioni di dollari – sono tuttavia più contenuti dei 14mila previsti ieri.

Anche se il piano di esuberi non è il più grande dei suoi 32 anni di storia, come si temeva, Cisco conferma la volontà di trasformarsi in un’azienda focalizzata meno sull’hardware e più sul software. L’obiettivo, recita un comunicato del gruppo, è “ottimizzare i costi in aree a bassa crescita” per investire di più su aree legate “alla sicurezza, alla prossima generazione di data center, al cloud e all’Internet delle cose”.

“Il mercato odierno”, ha spiegato l’azienda di San Jose (California), “richiede a Cisco e ai nostri clienti di essere decisi, di muoversi con maggiore velocità e di guidare una maggiore innovazione rispetto a quanto osservato nella nostra storia”.

Sul fronte dei conti, Cisco ha chiuso i tre mesi al 30 luglio scorso con utili netti per 2,8 miliardi di dollari, in rialzo del 21% sullo stesso trimestre del 2015. Al netto di voci straordinarie, i profitti per azione sono aumentati a 63 da 58 centesimi, oltre i 60 centesimi previsti dagli analisti. I ricavi sono calati dell’1,6% a 12,6 miliardi, comunque meglio delle attese. L’anno fiscale 2016 si è concluso con profitti netti di 10,7 miliardi (+20% annuo) e i ricavi di 48,7 miliardi (+3%). “Abbiamo avuto un altro trimestre forte che ha chiuso un bell’anno”, ha dichiarato in una nota l‘ad Chuck Robbins. Cisco sta andando “bene in un ambiente macro difficile”.

Per il trimestre in corso, Cisco si aspetta ricavi in rialzo dell’1% o in calo dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2015; gli utili per azione al netto di voci straordinarie dovrebbero attestarsi nell’intervallo compreso tra i 58 e i 60 centesimi per azione. Il mercato aveva calcolato, nell’ordine, un calo delle vendite del 2% e profitti per azione adjusted di 60 centesimi. Il titolo Cisco ieri aveva perso l’1,29% a 30,72 dollari. In seguito agli annunci, arrivati a mercati ormai chiusi, ha ceduto l’1% circa.

Cisco tiene fede a quella che è ormai diventata una tradizione estiva, quella appunto di mettere alla porta migliaia di dipendenti. Nell’agosto 2014 annunciò tagli per 6.000 posti di lavoro, all’epoca pari all’8% della sua forza lavoro. L’anno precedente mise alla porta 4.000 dipendenti, il 5% del totale. Nel luglio 2012 in 1.300 si prepararono a lasciare il gruppo e nello stesso mese del 2011 fecero altrettanto 6.500 persone, il 9% della forza lavoro di quell’anno. Ha fatto eccezione l’estate scorsa, quando al vertice dell’azienda arrivò Chuck Robbins andando a prendere il posto ricoperto per due decenni da John Chambers.

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