Il mito dei 50 miliardi di device IoT connessi entro il 2020 rischia di rimanere tale. Il boom dell’Internet of Things, preannunciato dai più entusiasti e speranzosi, potrebbe infatti non essere così forte come previsto. Ricercatori ed esperti hanno rivisto il traguardo dei 50 miliardi di dispositivi connessi entro i prossimi 4-5 anni, quasi dimezzandolo. Ci si dovrà infatti accontentare di molti meno. Il primo a sbilanciarsi sulla cifra di 50 miliardi è stato nel 2010 Hans Vestberg, all’epoca ceo di Ericsson, seguito addirittura dal trilione di connessioni entro il 2015 prevista da Ibm.
I valori attuali sono ben lontani da queste stime e variano dai 6,4 miliardi calcolati da Gartner ai 9 miliardi stimati dalla International Data Corporation. Non a caso, anche la stessa Ericsson ha abbassato le previsioni a 28 miliardi di dispositivi connessi, smartphone compresi, entro il 2021. Anche Dave Evans, ex ceo di Cisco e tra i più “entusiasti” dell’IoT, è diventato più cauto che in passato e ora prospetta di 30 miliardi di connected device nel 2020. “Nonostante le nuove cifre il numero di 50 miliardi continua ad essere citato in continuazione – sottolinea Evans -. Le persone tendono a legarsi ai numeri, ma questo è veramente difficile da raggiungere“.
Anche se la crescita è più lenta del previsto, l’Internet of Things è comunque destinato a diventare un fenomeno tecnologico predominante. Anche prima del 2020. Le nuove connessioni legate all’Iot crescono infatti del 23% all’anno, secondo l’ultimo Mobility report di Ericsson, e supereranno già nel 2018 le nuove sim di telefoni e tablet. Negli Usa, secondo un rapporto di Chetan Sharma Consulting, già quest’anno le compagnie telefoniche hanno venduto più connessioni per le auto che per gli smartphone o i tablet (32% contro 31% e 23% rispettivamente), e anche al di qua dell’oceano le cose non vanno male.
Secondo il report dell’Osservatorio IoT del Politecnico di Milano a fine 2015 il mercato dell’Internet of Things in Italia ha raggiunto i 2 miliardi di euro, con una crescita del 30% rispetto al 2014, spinto sia dalle applicazioni consolidate che sfruttano la connettività cellulare (1,47 miliardi di euro, +28% rispetto al 2014) che da quelle che utilizzano altre tecnologie come Wireless M-Bus o Bluetooth Low Energy (530 milioni di euro, +33%). Il mercato italiano, sottolinea il Polimi, è trainato in particolare dai contatori gas (25%) e dalle auto connesse (24%) che da soli sfiorano il miliardo di euro di valore.