La battaglia legale tra Mediaset e Vivendi sul futuro della Pay Tv Premium rimane in piedi, ma al di là delle citazioni per danni già presentate da entrambe le società sull’accordo saltato, per un ammontare complessivo che supera i due miliardi di euro, le diplomazie hanno continuato nelle ultime settimane a lavorare per trovare un’intesa che eviti che sia un giudice a risolvere la controversia.
Un punto di passaggio importante, anche se ancora interlocutorio, potrebbe essere il consiglio d’amministrazione di Vivendi in programma per oggi a Parigi, convocato per l’approvazione dei conti semestrali del gruppo francese guidato da Vincent Bolloré, ma in cui è molto probabile che si discuterà anche delle prossime mosse nel confronto con Mediaset.
Secondo quanto ricostruito oggi da Repubblica, se pure si dovese arrivare a un accordo, i tempi non sarebbero rapidissimi, e sarebbe difficile arrivare a formalizzarlo prima della fine di settembre.
Sembra tramontare, intanto, la possibilità che nell’eventuale accordo possa essere coinvolta una telco: dei due nomi girati finora entrambi hanno smentito un coinvolgimento nella vicenda: prima Telecom Italia e poi Telefonica, che sui rumors non dà commenti ufficiali, ma lascia trapelare da alcune fonti riprese dal Sole24ore che la quota dell’11% detenuta nella Pay tv non sia strategica.
Tra le ipotesi in circolazione c’è quella di un accordo che preveda un ingresso in Premium di un fondo d’investimento, con una quota attorno al 20%, mentre Telefonica manterrebbe il proprio 11%, mentre Mediaset e Vivendi terrebbero in portafoglio ognuna il 30% della pay Tv.