Nel 2019 la maggior parte degli investimenti aziendali in tecnologie informatiche sarà destinata alla digital transformation. La spesa per i processi digitali, rileva l’ultima previsione di Idc, supererà i 2.100 miliardi di dollari fra 3 anni, arrivando a pesare per oltre il 50% sul totale della spesa Ict mondiale attesa. La trasformazione digitale sembra dunque aver iniziato a far breccia seriamente nella sensibilità aziendale.
Nel 2014, quando la società specializzata in ricerche di mercato, consulenza e organizzazione di eventi in ambito IT e tlc ha iniziato a monitorare il fenomeno, gli investimenti per la digital transformation rispetto alla spesa totale in Information & communication technology si attestava al 28%. Dopo un lieve aumento l’anno successivo (30% del totale) l’indice è dato in crescita già a fine dell’anno in corso, toccando il 35% e i 1.300 miliardi, e lo farà ancora di più negli anni a venire. Nel 2017 la spesa per la trasformazione digitale supererà il 40% e nel 2019 toccherà la quota del 52% del totale, oltrepassando sensibilmente i 2mila miliardi di dollari.
Dal 2014, spiega la compagnia di ricerca, “l’onda crescente della digital transformation ha spinto le aziende a indirizzare gli investimenti IT nelle quattro principali tecnologie della Terza Piattaforma (cloud, mobile, big data analytics e social) per iniziare a ridisegnare l’esperienza dei clienti, gestire i dati come veri elementi di differenziazione, creare inediti modelli di business, invece che limitarsi a ottimizzare processi già esistenti”.
“Gli investimenti in digital transformation oltre che essere indirizzati alle tecnologie digitali (cloud, social, big data, IoT, robotics) devono anche prevedere una profonda trasformazione di modelli di business, prodotti e servizi, che vadano a migliorare l’efficienza operativa e le prestazioni aziendali e non solo l’Ict aziendale”, spiega a CorCom Sergio Patano, research & consulting manager di Idc Italia. Secondo la definizione della compagnia “non rientra all’interno di progetti di trasformazione digitale tutto ciò che è strettamente connesso all’IT tradizionale”. A titolo esemplificativo, Patano cita il replacement del parco HW installato (server, storage ecc.) che non sia direttamente connesso ad esempio all’implementazione di soluzioni di cloud o di bigdata/analytics, o ancora l’outsourcing tradizionale dell’infrastruttura IT e dei servizi di manutenzione e il refresh di applicazioni on-premise sviluppata con il tradizionale approccio client server.
La trasformazione digitale “è un fenomeno globale che sta impattando trasversalmente tutti i settori verticali”. L’adozione di tecnologie digitali quali cloud, big data, IoT o sistemi cognitivi “non è sufficiente per portare avanti progetti di trasformazione digitale se non accompagnati da una trasformazione anche nel modo di fare business”. Tuttavia, prosegue, “il loro livello di adozione può essere considerata una buona proxy di come la digital transformation stia impattando i differenti settori”.
A livello europeo, conclude riferendosi alle ultime survey condotte dall’Idc European Industry Solutions Team, “il settore maggiormente impegnato da questo punto di vista risulta essere il settore Media&Telecomunicazioni presentando percentuali di adozione nelle tecnologie digitali superiori alla media del campione, seguito a breve distanza dal settore finanziario”.
Un’indagine di Idc condotta recentemente tra le aziende europee evidenzia come la digital transformation venga vista dalla maggior parte delle organizzazioni proprio come un’opportunità unica per abilitare l’innovazione. Il 66% delle aziende in Europa indica anzi la digital transformation come la principale priorità di business per i prossimi mesi.
Tra le aziende europee, rivela la medesima indagine di Idc, l’80% ha già individuato internamente un leader, ovvero un responsabile, per le attività di digital transformation. Nel 23% dei casi di tratta del cio, nel 19% del cto e nel 14% del ceo in prima persona. Seguono con percentuali più basse il cfo, il cdo e altri ruoli aziendali.
La funzione IT quindi per cio e cto, mantiene ancora un ruolo di guida in questa importante e delicata fase, anche se ad essa viene richiesta una maggiore capacità d’integrazione con le linee di business. Non a caso, il 65% delle aziende europee sottolinea come le linee di business risultino sempre più coinvolte nelle strategie IT.