“E’ una posizione difficile da spiegare. Non è comprensibile che un Paese che ha debiti con la Germania rifiuti di incassare 13 miliardi di euro di tasse non pagate”. E’ la posizione di Sigmar Gabriel (nella foto), vicecancelliere tedesco e leader della Spd, a proposito della decisione dell’Antitrust europeo che ha classificato come aiuti di Stato le agevolazioni fiscali concesse dall’Irlanda al colosso di Cupertino, chiedendo al governo di Dublino di recuperare da Apple 13 miliardi di tasse non versate. “Non può essere che grandi multinazionali come Google, Apple, Amazon o Starbucks – conclude – scelgano il paradiso fiscale dove pagare le tasse”.
La polemica nasce dalla volontà dell’Irlanda, come annunciato dal Financial Times, di fare appello contro la decisione della Ue: la prossima settimana il Parlamento si riunirà per discutere del caso Apple.
Sulla vicenda era recentemente tornata anche la Commissaria Margrethe Vestager, che da un convegno sulla fiscalità a Copenhagen aveva spiegato: “Non voglio rendere la vita difficile alle imprese responsabili che pagano la loro giusta quota di tasse”. Difendendosi dalle accuse ricevute dopo il verdetto Ue, tra cui quelle sonanti di Neelie Kroes, ex Commissaria europea alla concorrenza e all’agenda digitale ora membro di uno dei board di Uber, Vestager dice di “volersi assicurare che tutti abbiano un’uguale possibilità di successo” sul mercato. La Commissione, ricorda, “non è un’autorità fiscale, e non stiamo cercando di diventarlo”. Nel caso di Cupertino, sottolinea, a porre problema è stata “la metodologia di allocare i profitti all’interno della stessa società” e l’attribuzione di questi ultimi a “uffici capo” esistenti solo su carta “completamente non in linea con la realtà economica”.