Il Mise “casa di vetro”: è online il registro trasparenza

Lo Sviluppo economico è il primo ministero in Italia ad adottare il modello utilizzato dalle istituzioni europee: lobbisti e portatori d’interessi dovranno registrarsi e il calendario dei loro incontri con l’amministrazione sarà visibile a tutti

Pubblicato il 06 Set 2016

Il ministero dello Sviluppo economico si rende trasparente per i cittadini: è da oggi online, su iniziativa del ministro Carlo Calenda (nella foto), il “Registro Trasparenza”: alla piattaforma saranno chiamati a iscriversi i soggetti portatori di interessi, come i consulenti, gli studi legali, le imprese e le associazioni di categoria, le organizzazioni non governative e tutti i soggetti che svolgono attività di lobbying e che interagiscono con il ministero.

L’obiettivo dell’iniziativa, si legge in una nota del Mise, è di rispondere all’esigenza sempre più sentita da parte dei cittadini di seguire da vicino l’attività della Pubblica amministrazione.

Il “Registro Trasparenza” si ispira al modello utilizzato dalle istituzioni europee, e lo Sviluppo economico è il primo ministero ad adottarlo in Italia. “Attraverso un processo decisionale più aperto e trasparente – spiega il Mise – diventa più facile garantire una rappresentanza equilibrata ed evitare pressioni indebite o un accesso illegittimo o privilegiato alle informazioni o ai responsabili delle decisioni. La trasparenza è inoltre un elemento fondamentale per incoraggiare i cittadini a partecipare più attivamente all’attività pubblica”.

Sono invitati a registrarsi i soggetti, le persone fisiche o giuridiche, spiega la nota, che rappresentano professionalmente presso il Ministero dello sviluppo economico interessi leciti, anche di natura non economica. E’ necessario registrarsi nel caso in cui si voglia richiedere un incontro a Ministro, Viceministri e Sottosegretari, con l’indicazione del numero di registrazione diverrà obbligatorio a partire dal 6 ottobre. Il Registro, sottolinea il ministero, si applica a tutte le attività volte a influenzare, direttamente o indirettamente, i processi decisionali e l’elaborazione e attuazione delle politiche di competenza del Mise, a prescindere da dove si svolgono e dal metodo di comunicazione utilizzato.

Elencando nello specifico gli obiettivi dell’iniziativa, il Mise sottolinea che il registro nasce per garantire che “le decisioni siano prese nel modo più partecipativo possibile, considerato che il Mise e le sue articolazioni interagiscono con un’ampia gamma di gruppi e organizzazioni che rappresentano interessi specifici; che le interazioni tra il Mise e i suoi interlocutori siano trasparenti, attraverso la pubblicazione e l’aggiornamento del profilo di questi soggetti (attività, dati finanziari ed economici); che sia favorito il controllo diffuso da parte di cittadini e utenti sull’operato dell’Amministrazione.

Tra gli strumenti e le procedure che fanno parte del Registro Trasparenza ci sono il sito web pubblico che fornisce tutte le informazioni e le modalità per registrarsi e per consultarne il contenuto; la possibilità di effettuare segnalazioni e contestazioni; un helpdesk per la richiesta di informazioni e la risoluzione di problemi tecnici; un codice di comportamento dei dipendenti del Mise e un Codice di condotta dedicato agli iscritti al Registro.

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