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Premium, pressing Mediaset su Vivendi: spunta l’ipotesi ricorso d’urgenza

La società valuta la procedura ex art. 700 per anticipare i tempi processuali. Sul tavolo anche l’ipotesi di un accordo extra-giudiziale, che potrebbe far tornare in corsa Sky

Pubblicato il 08 Set 2016

Mediaset vuole stringere i tempi sul ricorso contro Vivendi. Il dietrofront della media company francese dopo l’accordo di aprile ha dato il via ad una battaglia legale che rischia di protrarsi a lungo, ma il Gruppo di Cologno Monzese sta pensando di cautelarsi con un procedura d’urgenza.

La prima udienza è fissata a Milano per metà febbraio e gli studi legali sono già al lavoro per farsi trovare pronti allo scontro. Tuttavia, riporta il Sole24Ore, negli uffici della società italiana si sta facendo strada l’ipotesi di una procedura ex articolo 700 che può essere richiesta qualora si abbia “fondato motivo di temere, che durante il tempo occorrente per far valere il suo diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile”. In sostanza, si chiede al giudice quei provvedimenti, che secondo le circostanze, risultano “più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito”.

Nel caso di Mediaset-Vivendi, i timori della famiglia Berlusconi riguardano i danni che potrebbero derivare dall’allungamento dei tempi processuali, che in ogni caso andranno oltre la data del 30 settembre. Quel giorno scadrà formalmente l’ormai famoso accordo preliminare che per la media company non vale più nulla, in quanto i conti visionati dopo il closing secondo Vivendi “rendono irrealistiche le previsioni di break even su Premium”. Dall’altro lato della barricata, per quanto gli avvocati siano già sommersi dalle carte, c’è ancora la speranza di giungere ad un accordo ed evitare una guerra dagli effetti imprevedibili. L’ipotesi ex art. 700 si configurerebbe come una mossa cautelativa, anche se potrebbe servire pure come mezzo di pressione sui francesi per spingerli a riaprire con decisione le trattative.

Lo scontro verbale delle scorse settimane non ha certo aiutato a calmare le acque e sicuramente ha ulteriormente teso i rapporti. Ma, come hanno fatto notare più volte gli analisti, un accordo sarebbe la soluzione migliore sia per Bolloré, alle prese con qualche grana strategica in patria (ha appena rimesso nel cassetto il sogno della piattaforma anti-Netflix), sia per Berlusconi, che da tempo sta cercando ormai nuove strade per rilanciare il business della pay-tv. Non è da escludere comunque nuove mosse legali anche in Francia, dove Vivendi è quotata, né qualche tentativo per giungere a un accordo extra-giudiziale che vada a compensare il mancato acquisto di Premium. In quest’ultimo caso potrebbe rientrare in corsa Sky, che su Premium in passato ha fatto più di un pensierino e che alcuni rumors circolati nei giorni scorsi danno come spettatrice molto interessata all’affaire Premium.

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